domenica 5 aprile 2020

Non Puo essere la malattia a sconfiggere l'animo di un'essere umano

Non può essere la malattia a sconfiggere l'animo di un individuo, semai può solo rinforzaro e renderlo migliore. Sicuramente, cosa sarebbe il senso di questo corpo, se non ci fosse la determinazione di superare ogni possibile difficoltà? Ma soprattutto qual è il vero senso di vivere e di amare la vita? Inoltre cos'è la vita se non la possibilità di costruire i nostri sogni indipendentemente da ciò che il nostro corpo vive? Ciò che sicuramente è chiaro è la voglia di vincere e di non lasciarsi sconfiggere dalla negatività che si accinge ad arrivare quando non si reagisce a ciò che ci accade”. “Nonostante tutto quello che ho passato, ma di testa, insogne, mal di gamba e ansie continue, cose che in diverse forme, quando sono stanca e affaticata, si ripresentano, la malattia non mi poteva sconfiggere, non poteva bloccare i miei sogni e soprattutto impedirmi di vincere nonostante tutto. Infondo cosa c'è di meglio di essere consapevoli, ma non volersi rispettare? Nulla, c'è solo la possibilità di poter realizzare ogni proprio desiderio lottando strenuamente. Per me amare la vita e me stessa, significa farlo, ma a piccole dosi. Perciò non ho paura della morte, quella è invetabile, perché tuti prima o poi la devono toccare con mano, ma ho paura che la malattia mi impedisca di fare ciò che mi sembra indispensabile per essere felice. Non credi allora che essere felici e saper vivere sia soggetivo e che il significato di “star bene” è in definitiva unico e soggettivo? Per quanto mi riguarda, sono riuscita a costruirmi la mia vita personale e professionale, ma quella “salutare” resta sempre il punto saliente verso cui non ho mai voluto cambiare. Ma forse va bene così, accettare che non tutto può andare come noi vogliamo o come gli altri si aspettano che noi siamo, noi siamo solo il frutto delle nostre esperienze e dei nostri vissuti, solo questo ci può dire chi siamo stati e chi saremmo. Poi certo, tutto è migliorabile, ma è giusto e coretto che ci acettiamo per quello che abbiamo raggiunto e per le strade che abbiamo percorso per arrivarci. E’ necessario quindi che ci guardiamo con compassione e con tenerezza, comprendendo la belezza che è racchiusa nei nostri cuori e nelle nostre menti, aspetto che pochi conoscono, ma molti ignorano. Però solo noi siamo artefici del nostro destino, perché siamo gli unici a conoscerci e siamo capaci di comprenderne il limite delle nostre possibilità. Un limite labile, perché in realtà non c'è limite alla nostra vita. Se esiste la voglia e l'interesse di lottare, nessuno, nenchè meno la nostra mente, può impedici di riuscirci. Ma sai cosa significa lottare con un corpo che non ti semba appartenere, soprattutto, con delle orecchie che ti sembrano diverse da quelle altrui? significa doversi adattare continuamente a un dispositivo che nemmeno tu sai perfettamente il suo funzionamento, cercando di comprendere quello che egli ti offre quotidianamente, ma con la consapevolezza che può modificarsi e disintegrarsi continuamente. Ma sai anche cosa vuol dire adattarsi all'ambiente che ti stta attorno cercando di analizzarlo, comprenderlo e appropriandosi della sua fiducia? Significa dover chiedere continuamente conferme, ma soprattutto dover trovare il coraggio e la forza di superare ogni paura che si ci presenta alla mente. Chi non ha a che fare con la sordociecità qualsiasi forma essa si presenta, non può capire cosa significa accettare di avere anche altre patologie, sintomi, complicanze, perché questa è una patologia complessa e articolata, più di essere solo sordi o solo ciechi. Significa avere difficoltà a entrare in contatto con gli altri e con le risorse umane che si possiedono. Essere sordo ciechi significa adattarsi ad una quotidianità che ti impedisce di formarti una cerchia ampia di relazioni, ma nonostante questo si cerca di lotare per tentare di portarsi a casa determinate vittorie. Essere sordo ciechi significa non sentire in certe situazioni, ma sentirci in altre, non capire certi concetti, ma comprenderne altrettanti. Significa insomma sapere che l'ambiente ti da degli stimoli che in certi casi comprendi e in altrettanti non riesci a acquisirli e farteli propri. Essere sordo ciechi significa far fatica a rimanere in ambienti troppo affolati o aperti per tano tempo perché il consumo di energie e di acuteza mentale è limitata. Ciò non significa che stare con gli altri non siia possibile, ma significa essere consapevoli che se si verifica un certa chiusura è normale perché significa che in quel momento c'è bisogno di riservare le energie per fare una determinata attività. Quindi se si verifica una chiusura non è perché non si accetta l'ambiente esterno, ma semplicemente per difendersi “dai ladri di energie” capaci di buttarti totalmente a terra anche con il morale”.

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