sabato 27 marzo 2021
Il rispetto di noi stessi e di ciò che siamo
Sì, tante volte c’è voluto coraggio per riconoscere i propri limiti, per riconoscere di aver sbagliato. In altre parole per
riconoscere di non avercela fatta. A volte la nostra fragilità esplode quando ci sembra di essere forti. Altre volte invece
emerge piano piano, un po’ come il bruco che si trasforma in farfalla. A volte con la sofferenza ci permette di capirci,
ascoltarci di più in un certo senso. Ci permette di fare i conti con noi stessi, con quello che siamo e stiamo vivendo. Sì, a
volte quella sofferenza sà toccarci e toccare chi ci sta accanto, nel cuore. Ci spinge, quasi forzandoci, a trasformare ciò che
ci portiamo dentro, a cambiare, a migliorarci in un certo senso. Ma quanto dolore a volte comporta riconoscere i nostri limiti,
quanta sofferenza serve per sentire quella forza, quella fragilità? Per capire che sono entrambe parte di noi, che fose senza
una non potrebbe esserci l'altra. Quanta sofferenza serve per sentire il coraggio che serve per cambiare le cose, per cambiare
noi stessi. Ce ne vuole tanto di coraggio per non soccombere al dolore, per non farci schiacciare dal caos che portiamo dentro
di noi, nel nostro cuore. Per non farci schiacciare dal casino che a volte le emozioni ci fanno sentire dentro. Un caos che ci
fa sentire vivi: un po’ come il mare in mezzo alla tempesta. Sì, in altre parole, siamo mare, siamo tempeste, siamo monti.
Siamo vita, una vita che vale la pena di essere vissuta: con gioie e sofferenze, con fatica e soddisfazione. A volte si ha
paura di quella sofferenza. A volte si ha paura di fare male e di stare troppo male… Ma non possiamo avere il controllo di
tutto: non possiamo avere il controllo delle nostre stesse emozioni, di noi stessi e degli altri in definitiva. Non possiamo
avere il controllo di tutto: nei nostri stessi comportamento, della nostra stessa esistenza. No, non possiamo avere il
controllo di molte cose. Anche quando pensiamo che potremmo averlo. No: proviamo ad arrenderci all'idea che alcune cose
capitino ce le sentiamo. Come se il nostro cuore, la nostre voce, la nostra mente e il nostro corpo in qualche modo si
prendessero il diritto di dire - "io esisto!". E parlare prima di noi, più di noi. Parlare anche quando noi non vorremmo. Il
cuore però non ha spiegazioni. Il cuore semplicemente agisce, Nel bene e nel male. In definitiva, il cuore segue il suo corso.
Segue ciò che prova. In un certo senso, segue una strada a cui nooi non possiamo dare spiegazioni razionali, logiche. Possiamo
solo provare a capirlo. Dare delle spiegazioni approssimative, che non riusciremo sempre a trovare, perchè a volte non le
comprendiamo neanche noi. Per questa ragione è giusto e doveroso rispettarlo. Rispettare che a volte non si capisca. Che forse
c'è bisogno di tempo, per il nostro cuore e per quello di chi ci sta vicino. Tempo per capirsi, per ascoltarsi, per comprendere
Per comprendere che certe scelte dipendono dal suo sentire. Il cuore in fondo è ciò che ci caratterizza, è ciò che ci rende
umani. E proprio perché siamo esseri umani, a volte certe scelte, certi comportamenti, abbisognano di tempo per essere
compresi, ascoltati e trasformati nella loro complessità. Tempo che ci dobbiamo dare… E che gli altri devono darci… Un tempo
a cui solo noi possiamo dare valore… E che gli altri devono saper rispettare. Un valore inestimabile in un certo senso. Un
valore che solo noi riusciamo a capire fino infondo. Per questa ragione quel cuore va rispettato. Indipendentemente da ciò che
sentiamo. Indipendentemente da quello che viviamo. Con il cuore custodito, ascoltato, rispettato e amato, tenuto sempre in
considerazione, riusciamo a essere liberi di essere ciò che siamo, noi stessi. Il cuore non va ignorato o lasciato da parte. Va
sempre preso in braccio e accompagnato perché a volte anche lui non si capisce. Non capisce perchè sente ciò che sente, vuole
ciò che vuole. E ci sono giorni in cui sembra difficile, e anzi impossibile, capirsi, ascoltarsi, saper onorare il cuoredi chi
ci sta accanto. Sì, a volte ci vuole coraggio per riconoscere di soffrire, rendertene conto fino in fondo. Accettarlo. Superare
la paura e uscire da quella gabbia che sembra farsi intorno al cuore, per prendersi per mano e ascoltarsi ancora una volta.
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Bravissima Giona!
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