vivere la sordità è scegliere di poter interrompere le comunicazioni con il Mondo e sentirsi, inevitabilmente, fuori da esso;
vivere la sordità è guardare gli amici giocare e dover aspettare di avere i capelli asciutti per tornare a sentire le loro risate.
Vivere la sordità è chiedere "Cos'hai detto?" e sentirsi rispondere "Niente, niente!";
vivere la sordità è sentirsi mortificati in quel che dentro un po’ muore e che, invece, tanto vorrebbe vivere;
vivere la sordità è andare a ballare con gli amici ed allontanarsi un momento dicendo "Scusate, devo cambiare la batteria";
vivere la sordità è veder avvicinarsi un ragazzo carino che ti parla all'orecchio, non capire nulla di ciò che dice e fingendo, sorridere mentre lotti contro lacrime che spingono per uscire.
Vivere la sordità è voler essere come tutti in mezzo agli altri mentre, invece, sei solo in mezzo a tanti;
vivere la sordità è voler sentire la melodia del creato perché sei parte viva di esso, mentre tanti ti escludono considerandoti una nota stonata in quella sinfonia;
vivere la sordità è chiudere la porta dietro di sé mentre il Mondo va avanti senza accorgersi se ci sei;
vivere la sordità è voler essere riconosciuti per ciò che siamo e non per ciò che non abbiamo.
Vivere la sordità è piangere in silenzio perchè il silenzio lo conosci meglio di chiunque altro e ti senti protetta e consolata per essere presto pronta ad asciugare le lacrime, riappropriarti del sorriso ed uscire, andando incontro al Mondo, per urlare: "Ehi, ci sono anch'io!".
Vivere la sordità è incontrare persone che sono come te ma sentono solo con gli occhi e parlano solo con le mani, cercando di abbattere quel muro di incomunicabilità che si alza tra loro e chi ha imparato a leggere le labbra ed esprimersi con la voce;
vivere la sordità è voltare le spalle a chi si trincéra dietro ad una non risposta lasciando scendere un silenzio che sa di pietà per chi non sa capire;
vivere la sordità è camminare fieri di essere ciò che siamo, a testa alta tra la gente, perchè nessuno può farci sentire inferiori senza il nostro permesso.
Vivere la sordità è chiudere gli occhi e ballare su note e vibrazioni che non avresti sentito se non avessi cambiato la batteria, sentire la musica che ti entra dentro e seguire il ritmo di una vita che senti finalmente tua;
vivere la sordità è aprire gli occhi e trovare lo sguardo di persone che si sono fermate intorno a te mentre ballavi al tempo del cuore, scoprendo di non essere più invisibile;
vivere la sordità è far notare, sorridendo, a quel ragazzo carino che sta parlando all’orecchio sbagliato; vivere la sordità è scoprire che chi sente è, a volte, più sordo di noi;
vivere la sordità è riprendere le comunicazioni, tuffarsi nel Mondo di suoni e rumori, e sentire il canto di quel mare che, poco prima, ti aveva chiesto di viverlo in silenzio. Vivere la sordità è combattere, ogni giorno, contro ogni piccolo limite ed ogni grande ostacolo verso i quali quel "tutti", a cui cerchiamo di assomigliare, non immagina neanche si possa lottare;
vivere la sordità è essere felici per ogni piccola conquista ed ogni grande scoperta per le quali quel "tutti", con il quale cerchiamo di integrarci, non immagina neanche si possa gioire.
La vita è stata data anche a noi e solo noi sappiamo quanto ci costa viverla ma anche quanto follemente la desideriamo.
È vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo,
ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
Non sarà Wikipedia a poter spiegare cosa significa essere sordi;
non saranno le guerre tra chi sceglie di sentire e chi sceglie di restare in silenzio a decretare la vittoria dei sordi;
non saranno le lotte per il riconoscimento di una qualche supremazia degli oralisti o dei segnanti a tutelare i diritti dei sordi;
non si costruisce niente sulle divisioni e non importa se si è figli di due Mondi apparentemente distanti; figli del silenzio o figli del rumore, il Mondo è là fuori ed aspetta solo d’essere vissuto!
Solo l'unione fa la forza, non l'appartenenza ad una categoria, non importa quale essa sia. Solo il rispetto per il diverso, inteso anche solo per il suo pensiero discordante rispetto al nostro, porta alla considerazione che ognuno di noi esige dall’altro.