Trauma

Vengo da mesi difficili. 
Mesi complicati. 
Mesi in cui non riuscivo a fare niente.
Mesi in cui non trovare le forze di affrontare me stessa, di affrontare la vita, di affrontare le dificolta’ che mi trovavo dinanzi.
Vengo da mesi in cui non trovavo le forze di alzarmi al mattino, di sorridere un po’, per credere le cose potessero cambiare. 
Vengo da mesi in cui piu, ho perso la speranza, ho perso la voglia di fare tutto. Ho perso la vogli di lottare, quasi. La voglia di volerci provare ancora una volta, a cambiare le cose.
vengo da  mesi in cui ho smesso di crederci, di credere in me stessa, di credere negli altri, sopratutto in chi mi poteva e voleva aiutarmi. 
Vengo da mesi in cui non mi riconoscevo piu’: non riconoscevo piu’ chi ero, ma sopattutto, non capivo, cosa volessi fare della mia vita. 
Non capivo piu chi ero, non capivo piu’ cosa volevo. 
Non Mi capivo piu’ e, cio’ che era paradossale, era che volevo essere capita. 
Capita da chi mi stava accanto, da chi cercava di aiutarmi, da chi mi amava. 
Capita pure da me stessa, quando in realta’ non riuscivo piu’ a farlo.
Vengo da mesi in cui le paure sono state tante, troppe forse. E, sempre piu’ hanno voluto dominare la mia vita. 
paura di non poter cambiare le cose, sopatutto per chi mi stava a canto.
Quanta paura ho avuto e non me n rendevo conto fino in fondo, o se me ne rendevo conto, non capivo. Non capivo perche’ c’era e perche mi divorasse dentro cosi tanto.
e, piu’ la paura aumentava, piu’ erano i sensi di colpa che mi divoravano, perche’ non riuscivo a cambiare le cose, perche’ ogni volta che riuscivo a trovare le forze per rialzarmi, non trovavo la forza per poter fare qualsiasi cosa che mi dicesse che stavo andando avanti, che ttavo continuando a lottare.. E, anche di quelli non ne ero piu’ consapevole, quasi non li sentivo piu, anche se c’erano. 
Vengo da mesi pesanti, pesantissimi. 
Mesi che ti segnano dentro.
mesi in cui ti sentivi distrutta, quando provavi a fare qualsiasi cosa.
Mesi in cui cercavi di trovara quella speranza, quella voglia di vivere, quell voglia di fare cio’ che potevi. La speranza di trovarla quella forza, quella forza che da sempe ti poti dentro e che ti permette di lottare, combattere cont+o e per te stessa; ma non la sensivi quella voglia di vivere, quella voglia di lottare, quella speranza che ti contradistingue. 
Quello che sentivi era di morire dentro. Ti sentivi schiacciata in qualche modo. 
I sinto della malattia forse erano meno evvidenti, a volte, ma in realta’ quello che ti portavi dentro era terrificante. 
E, sempre piu, tu cercavi di andavi avanti, sempre piu’questo emergeva.
Mentre tutto questo dolore emergeva con prepotenza, tu non sapevi piu come cambiare le cose e, piu’ lo volevi, meno ci riuscivi.
Provavi in tutti i modi ad alzarti, a fare qualcosa, ma poi la fatic, la frustrazione ti portavano a mollare nuovamente.
Un circolo vizioso da cui cercavo, assieme allle persone che mi amavano, di uscire, ma sempre piu’, col passare del tempo mi ha divorata.
quando un giorno, la rabbia mi ha divorata, distrutta quasi, chi mi amava, con un grido di disperazione ha provato a dirmi che non potevo continuare, che dovevo provarci almeno, che dovevo stare in piedi fino al mio ultimo attimo di vita. 
quell fu  un colpo basso, un colmo afiilato, che mi servi per poter cambiare le cose.
E, infatti, dopo qualche giorno, qualcosa cambio’ nella mia vita: chiesi aiuto. Chiesi aiuto a Mondosole, perche’ avevo bisogmo di trovare i; posto in cui mi sentissi protetta, al sicuro; ma la conizione attuale, purtroppo, non mi permise di portre fino in fondo questo primo passo. Un passo che per chi soffre di DCA e compicato da fare, perche’ ti pensi di potercela fare da solo. E, piu’ pensi di farcela, piu’ senti che la malattia di divora. E, piu’ ti divora, piu e’ compicato chiedere aiuto. 
Diventa cosi’ comlicato, che quasi devi urlarlo per poter fare in modo che gli altri lo sentano.
e, spesso, quando iniziano ad ascoltarti, ti dicono che ti fai un “falso problema”, che e’ tutto frutto della tua testa, che e’ solo un disagio. Ed e’ li che ti senti morire ancora di piu’ perche’ capisci che non ti potra mai far capire, che capisci che solo chi ha passato il tuo stesso dolore, sa cosa stai passando.
E, mentre faccio tutti questi pensieri, sono qui. qui sraiata sul letto, col telefono in mano e, penso a tutte le persone che mi vogliono bene. 
Sone Tante, tantissime, ma a volte, anche quando loro ci sono non riesco a sentirlo il loro amore, quasi come ne fossi sempre affamata, affamata d’more; ma in realta’ c’e ne tanto attorno a me, devo solo imparalo a vedere, sentire, percepire. Percepire, che, spesso e’ dentro di me, dentro al mio cuore e devo solo tiralo fuori.
E, a volte quandoci riesco, esce fuori in maniera fortissima, quasi ti investisse, ti schiaccase. Ed e’proprio quello che e sucesso ieri, mentre stavo ascoltando una diretta facebook, mi e
venuto in mente un evenso traumatico, vissuto da picola, in cui il mio corpo venne misurato, tocato, giudiato, misurato Nel senso letterale del termine, per via di alcuni accertamenti diagnostici. 
Non so perche’ lo fecero. quello che so e che avevo pienamente dimenticato quell’evento e, mentoe ero, qui, qui a vivere al meglio questi giorni, mi e’ venuto improvvisamente in mente. Un po’ come quando ti dimentichi, quello che stavi dicendo un attimo prima, un po’ come, se dovesse uscire nel momento giusto, per poterti capire, dandoti spiegazioni piu’ chiare, sul perche’ del tuo dolore.
Non so bene, perche’ in un pomeriggio, come questo, in cui, 
sono qui, a capire cosa voglio fare, mi venga in mente tutto questo, ma ho bisogno di sentire tutta quella fiducia, tutta quella forza, tutto quell’amore che dono giorno dopo giorno, anche quando, tutto sembra andare bene. 
Ho bisogo di sentire che c’e la posso fare, che c’e’ la possiamo fare!!!!
Ho bisogno, di sentirla questa vita, che da sempre me la son sentita tirar via.’
Ho bisogno di un abbraccio, perche
so che quello può aiutarmi a cambiare le cose, ma sopatutto, ho bisogno di sentire, che un giorno, la malattia, non si prendera’ tutto di me. Non si prender’ tutto quello che sento, che vivo, barattandolo col dolore, che non si prendera’ tutta la voglia di vivere che ho dentro, che non si prendera’ piu, nulla di me. 
 
 
 
   

  

  
  
 

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