lunedì 14 dicembre 2020
DOMANDE FUORI DAL COMUNE: LA Lega DEL FILO D'ORO in viaggio nelle vite di Francesco e Giona.
DOMANDE FUORI DAL COMUNE
UN VIAGGIO NELLE VITE DI FRANCESCO E GIONA
Intervista audio-video
www.legadelfilodoro.it (16 novembre 2020)
Un racconto delicato e sorprendentemente ironico dove emerge tutto quello che avreste voluto sapere sulle persone sordocieche ma non avete mai osato chiedere!
Giona e Francesco hanno voluto sfatare i pregiudizi legati alla sordocecità. Un viaggio nelle loro vite piene di voglia di divertirsi, di incontri speciali, passioni e tante conquiste.
Giona ha 24 anni ed ha origini albanesi, ma fin da piccola vive con la sua famiglia a Riva del Garda. Ha una sordità profonda ed una cecità quasi assoluta: vede solo luci ed ombre da quando ha 6 anni. Nonostante questo è molto forte, determinata e testarda, ma allo stesso tempo fragile. Ed è proprio nei momenti più difficili che, con coraggio, tira fuori il meglio di sé.
Francesco, classe 1981, ha origini campane, ma vive da solo a Osimo e lavora alla Lega del Filo d’Oro, dove è anche Presidente del Comitato delle Persone Sordocieche.
Cieco dalla nascita e sordo da quando aveva 10 anni, Francesco si è laureato in giurisprudenza con 110 e lode. Testardo e volitivo qual è, ha dimostrato a tutti che non c’è disabilità che tenga e che chiunque può realizzare il proprio sogno. La Lega del Filo d’Oro, da oltre 55 anni, rappresenta quel “filo prezioso” che unisce chi non vede e non sente con il mondo esterno, per scrivere giorno dopo giorno una storia fatta di possibilità, superando le barriere del buio e del silenzio.
L’INTERVISTA…
Giona - Sono Giona, ho 24 anni, sono una persona sordocieca, attraverso un impianto cocleare, uno strumento elettro meccanico, riesco a sentire.
Francesco - Mi chiamano Francesco Mercurio, ho 38 anni, sono laureato in giurisprudenza, e sono una persona sordocieca.
Cosa fai nella vita?
Giona - Ne faccio tanto come è giusto che sia dato che sono giovane; studio all’Università di Trento, Servizi sociali.
Francesco - Ho tante passioni, mi piace volare sugli ultra leggeri e sui deltaplani; una volta ho sperimentato persino un atterraggio con l’impianto cocleare spostato, è stato fantastico.
Ma tu puoi leggere?
Francesco – Sì, certo che posso leggere, utilizzo un display braille. Vado in difficoltà con quei libri dove ci sono le tabelle, i grafici, lì magari faccio fatica ad arrivare, ma i libri di testo li leggo purché magari non siano scritti in aramaico…
Giona – Io leggo veramente tanto e anche libri di generi diversi. Abbiamo tecnologie che ci permettono di leggere tantissimi libri; ormai come tutti posso scegliere.
Sei in grado di cucinare?
Francesco – Io so mangiare! Non ho la pazienza di cucinare, non amo stare lì in cucina perché sono un disastro, non è sicuramente un limite, dovrei imparare ad essere meno maldestro. Magari se compro 10 kg di pasta uno riesco a cucinarlo!
Giona – Premetto che anche io avevo un pregiudizio e invece poi piano piano, provando da sola, un po’ come tutti, ho iniziato a sperimentare, facendo inevitabilmente anche un po’ di casino, fai anche male qualche volta, perché naturalmente non puoi dire leggo l’etichetta… la base sta nel mettersi in gioco.
Che rapporto hai con la musica?
Francesco - Io da ragazzino quando sentivo ancora bene suonavo qualunque cosa, bicchieri, forchette… per un po’ ho fatto anche parte della banda del mio paese, poi le condizioni acustiche si sono fatte più difficili. Per me oggi ascoltare musica è diventato molto complicato. Suonavo invece il clarinetto soprano si bemolle. Mi piaceva suonare un po’ tutto, “La lingua di Menelik, sapete cos’è no?
Giona – Io ho suonato per diversi anni e fino all’anno scorso, il pianoforte. Inizialmente mi ricordo che sentivo solo il rumore, poi sono passata a sentire la base, ad un certo punto sono riuscita anche a sentire le parole. Per sentirci ho l’ausilio dell’impianto cocleare. Posso ascoltare un po’ tutto e poi ho iniziato ad avere la passione per un genere musicale abbastanza particolare: il folk-blues del nord Europa.
Utilizzi i social network?
Giona – Comunque, in tutte le modalità possibili amo comunicare; vi farà sorridere ma a me piacciono le foto, a me piace che qualcuno mi faccia delle foto ma soprattutto che me le descriva. Quindi i “social” li uso abbastanza spesso attraverso i cosiddetti “assistenti vocali”, le sintesi vocali.
Francesco – Mi piace molto stare su Facebook anche perché io scrivo molto, mi piace scrivere, mi piace leggere ovviamente, quindi ogni tanto mi piace pubblicare post su Facebook, vedere cosa fanno gli amici. Ovviamente non posso sapere le foto come sono, al massimo a volte usi lo screenreader, il programma che ti legge lo schermo e ti dà delle descrizioni stringate tipo: foto con persona, spazio all’aperto, barba e occhiali; questo non significa assolutamente niente.
I tuoi altri sensi si sono acuiti?
Giona – Io credo che il nostro cervello è plastico quindi quando manca un senso lo compensa su un altro. Questo vale al di là della disabilità.
Francesco – Io soffro di acufeni, il mio silenzio è coperto da fischi ed ho una grave carenza olfattiva ma non è una cosa che ho detto all’INPS perché non ne ricaverei un euro.
Puoi praticare sport?
Francesco - Io come sport pratico il volo sportivo ed ogni tanto faccio tiro a segno. Non pratico tiro ai piattelli purtroppo, sarebbe troppo pericoloso, rischio di acchiappare qualcuno con una schioppettata.
Invece come sport da divano sono appassionato di molti sport e sono un grandissimo tifoso del Napoli.
Giona – Assolutamente! Sport a vita! Cercavo qualcosa che riuscisse a darmi energia e l’ho trovato nell’arrampicata. Sfatiamo un mito; tante persone mi dicono: “tu puoi fare solo certi sport”. Forse ho tanto bisogno di questi sport e in qualche modo sto facendo una vita al pari degli altri.
La Lega del Filo d’Oro…
Ho conosciuto la Lega del Filo d’Oro in un momento di straordinaria difficoltà. Stavo in un istituto per ciechi a Napoli e stavo cominciando a perdere l’udito. Un giorno un compagno di camerata, Giovanni, un grande amico, sale in camerata e mi fa: “Guagliò, sai una cosa, abbasso c’è uno che si occupa dei surdi e dei cecati cumm a te”. Ho iniziato a scoprire che non ero solo al mondo, ma che c’era un’Associazione, che esistevano tante persone con la mia situazione e da allora decisi di sposare la causa della Lega del Filo d’Oro, decisi che io dovevo dare almeno quello che ricevevo, dovevo provare a dare almeno una parte di quello che ricevevo e che dovevo fare qualcosa per le persone che erano più in difficoltà di me.
Giona - Io sono arrivata alla Lega del Filo d’Oro dove in qualche modo sono stata un po’ accolta, presa in braccio, è iniziato quel percorso che poi sto ancora portando avanti, di fiducia, di valorizzazione delle mie risorse. Mi hanno aiutato a conoscere i metodi di comunicazione: il braille, il Malossi ma la cosa più importante è quella che vi ho detto e cioè riconoscere di avere un valore.
Francesco - La Lega del Filo d’Oro è per me una seconda famiglia, un supporto a 360 gradi. È stata sicuramente importante per la mia crescita. Siamo nati dall’idea di creare un filo che unisca le persone sordocieche ai volontari, ai professionisti, a tutte le persone che ci sostengono per portarci fuori dall’isolamento. Questa è la mission, questo è il motivo e ciò per cui mi batto ogni giorno.
Giona - Penso che ognuno alla fine ha delle necessità specifiche mentre studia, mentre lavora, mentre fa una determinata attività. Io posso assolutamente fare la mia attività: studiare, svolgere una vita comunque come tutte le altre persone.
Francesco – A Napoli si usa scherzare su tutto perché alleggerisce l’atmosfera. Quando io la mattina mi svegliavo con un malessere passeggero, dicevo: ragazzi non mi sento bene e Giovanni mi rispondeva: “ma che vu sentì, tu si surdu.”
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