giovedì 28 gennaio 2021
Il rispetto di noi stessi e delle nostre paure
E all’improvviso ti sale una paura che non capisci, non comprendi, ma che senti. pensi sia qualcosa che è successo, qualcosa che ti ferisce, ma poi capisci che ti sale un’ansia generalizzata. un'ansia che ti tiene col fiato sospeso, che ti tiene i nervi saldi, come se qualcosa debba prima o poi accadere. ed improvvisamente capisci: capisci che e' il tuo d.c.a. che parla: lui ti fa vivere tutto ciò che senti come ti fosse indifferente. Non so come spiegarlo, ma è come se tutto ciò che ti dicono le persone che ti vogliono bene ti fosse talmente indifferente, che non senti più di poterti fidare. e mentre provi questa sensazione, hai paura: paura che lui prenda il sopravvento, che in qualche modo, ci sia un_altra parte della tua persona che parla per te.
e' una consapevolezza che ti distrugge, perché sa minare le tue certezze dalle fondamenta. Ma non quelle certezze razionali ,che costruisci giorno dopo giorno nel tentativo di vivere meglio la tua vita o di avere delle sicurezze, vere o meno che siano. e' una consapevolezza che ti coglie impreparato, all'improvviso, che si manifesta in un attimo in tutto il suo splendore. ti coglie all'improvviso, mentre abbracci la tua ragazza, mentre cerchi di fermarla e ti rendi conto che è un po' come fermare un treno mettendosi sui binari. Sai benissimo che non è la cosa giusta da fare, anche se mentre lo pensi ti rendi conto che la definizione di giusto e sbagliato ti sfuggono dalla mente, come fossero sempre state posticcie infondo. La senti fredda, e avesti la tentazione sciocca di mettere una mano sotto la maglietta, la canotta, per sentire se la trovi ancora, se là ci sia ancora la sua pelle, il suo calore, il suo respiro. E ci sono, ma improvvisamente non sei più il benvenuto in quel calore, perché c'è una nuova paura, c'è quella tensione, quel dolore che adesso ha bisogno di uscire allo scoperto, di seminare altro dolore dentro e fuori, intorno. Poi ci saranno le macerie, i silenzi, le domande a cui non osare dare risposte, ma per ora... per ora c'è la rabbia, la frustrazione, la paura. Puoi solamente starle vicino, starle accanto, e cercare che ti senta, che senta la tua voce nonostante il rumore del silenzio e delle emozioni che si fanno assordanti, quasi stridule come civette di una notte improvvisa. L'importante è non dimenticare che quella notte finirà. E che si può farla finire. Per sempre.
Giona ed Enrico
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