mercoledì 29 ottobre 2025

l'inesorabile forza dell'amore può tutto!!!

Ci sono storie che incominciano prima che tu possa imaginare: nascono dal cuore e ti riempiono d'amore. lo stesso che senti nei confronti della vita, che hai tanto amato come odiato. sì, è grazie a quell'amore grande grande che è incominciata la mia storia, la nostra storia: quella per una nuova vita. la tua vita, quella di un bimbo bellissimo che cresceva a poco a poco dentro la mia pancia. sì, questa è la storia di una gravidanza che a poco a poco ha preso il mio Cuore, l'ha nutrito e l'ha fatto crescere inesorabilmente: in altre parole mi ha permesso di diventare mamma di cielo. quel bimbo che è cresciuto dentro di me per 6 mesi si chiama Boris Giuliano; purtroppo a un certo punto le cose non sono andate più bene. improvvisamente, in poco tempo, il collo dell'utero si è repentinamente accorciato e il 24 aprile 2025, alle 16:55 è nata una splendida creatura, che però non ha avuto la fortuna di poter vivere per molto, se non per qualche minuto, per poi venire a mancare quasi subito. difficile descrivere le sensazioni di quel momento: esisteva solo il mio dolore, la mia sofferenza, il resto era come distante, lontano dalla realtà; ma inutile dire la calma e la serenità che mi dava nel tenerlo in braccio anche dopo che aveva smesso di respirare. era così bello, delicato, candido, puro. sembrava che volesse correre per tornare ad essere libero, libero dalle sofferenze di questa terra. sembrava come dire che anche lui voleva sentirsi un po' come avevo desiderato essere per una vita intera: libera da preconcetti, fuori dagli schemi e da ogni costrutto sociale che mi portasse ad adagiarmi troppo alla vita. no, Boris, come me ha voluto volare via, libero, come una farfalla che non conosce spazio ne tempo, come se stare dentro_la mia pancia lo facesse sentire troppo ingabbiato per poterci rimanere. in un certo modo, nel dolore, nella sofferenza ha saputo farmi un grandissimo dono: mi ha permesso di prendermi cura di me, della mia salute come non avevo fatto mai in vita mia. Boris è stato il mio/nostro salvatore, colui che aveva una chiara missione nella sua vita e and andandosene  così presto è riuscito a raggiungere il suo scopo: salvare sua mamma dalla gabbia che la teneva rinchiusa da una vita. prendermi cura di me, accettando il mio corpo per quello che mi sa dare è stato uno degli scopi di un'intera esistenza, e poi sono bastati questi mesi, la presenza di qualcuno di importante, importantissimo, per uscire una volta per tutte da quella gabbia che mi rinchiudeva  da tanto, troppo, tempo. ammetto che manca tanto, che avrei voluto averlo qui con me, fra le mie braccia, per potermene prendere cura per tutta la vita,  ma purtroppo questa mancanza non posso colmarla in nessun modo. quello che so è che Boris è qui accanto a me ogni giorno e che mi saprà proteggere in ogni modo. inoltre, credo, che averli dato degna sepoltura, dove volevo io, ossia vicino a casa, sia il miglior modo per sentire la sua presenza in ogni momento. e quando l'aria viene a mancare, quando sento che il fiato manca, posso andare a trovarlo, a prendermi cura di lui anche dal cimitero. credo, che infondo, anche questa è una forma per ricordarsi dei propri figli in cielo, continuando a prendersene cura per quello che è possibile anche in terra. 


questa storia vuole parlare di lutto perinatale, di cosa significa stare male dopo che perdi un figlio che stavi attendendo da diverso tempo. naturalmente, sono esperienze note e vissute fra le donne, ma di cui si parla ancora troppo poco. non si sa bene come, ma quando perdi un bimbo, nessuno pensa che pure questo è un lutto. Un lutto considerabile al pari di qualsiasi perdita di una persona cara. però la società non sembra riconoscerlo allo stesso modo, anzi spesso ti dicono: "ma siete giovani, ne potete fare un altro" oppure "ma fra un anno sarete ancora qui a partorirne un altro", "perché stai male, mica l'hai visto` come si vede molto c'è da fare per dare lo stesso riconoscimento di un qualsiasi lutto, al lutto perinatale. ebbene sì, questa storia intende abbattere lo stigma, aiutando altre mamme di cielo, a non sentirsi sole; perché un sentimento che ci accomuna dopo esperienze come queste e di sentirsi sole nel proprio dolore, senza sentirsi capite da chi ti sta vicino. inoltre, la mia storia con Boris vuole lanciare una lancia a favore degli operatori sanitari, che se formati, possono diventare risorsa per stare vicino a una mamma in lutto, aiutandola a avere ricordi positivi e non solo quelli traumatici di una perdita come quella in cui mi sono trovata ad affrontare, ricordandomi, come diceva qualcuno, che anche i medici hanno un'anima. in un certo senso, l'esperienza con Boris, mi ha permesso di ricevere in cambio tutto quello che non credevo avrei mai ricevuto da L equipe sanitaria: attenzione, vicinanza e comprensione. credo che anche questo sia un grande dono del Cielo: crederci in ogni modo, fino in fondo, perché anche quando ti diranno che non è possibile, ci sarà sempre qualcuno che ti resterà al fianco e continuerà a crederci assieme a te e posso dire che in quest'occasione di persone che ci hanno creduto fino all'ultimo istante ce ne sono state tante. perciò ringrazio Boris perché ancora una volta, in mezzo alle difficoltà, al casino emotivo, mi ha permesso di dire sì alla vita, anche quando avevo smesso di crederci, perché prima di lui non pensavo più di vivere, perché non trovavo un senso valido per rimanere qui.


sì, Boris mi ha permesso di cambiare, di crescere e allo stesso tempo di fare i conti con me stessa, con la mia salute e sopratutto col mio corpo: perché infondo quel che resta sono i ricordi, quelli che rimangono. e d'altronde il nostro corpo quei ricordi c'è li rimanda sempre alla mente: basta toccarsi la pancia, avere qualche fastidio all'utero o comunque nella parte pelvica, per rimembrare ogni sorta di evento. infondo, basta poco per farti cominciare a piangere: basta sentire il proprio corpo, sentire il pianto di un bimbo per strada, sentire una mamma che gli parla, per rituffarsi in quel senso di solitudine e vuoto che da giorni, settimane e mesi senti dentro il tuo petto e, purtroppo, non c'è distrazione che tiene, per dimenticare, per non stare così male, anche perché un figlio, in cielo o in terra, non si potrà più dimenticare. d’altra parte, non è un caso, che ci si sente di essere genitori ancora prima del concepimento e di rimanerlo per sempre anche se non potrai più tenere fra le braccia il tuo bambino. ed è anche per questo, per portare avanti il proprio compito, la propria missione di genitori, che è giusto, importante raccontare la storia di Boris e della sua mamma, perché nessuno si debba sentire più sola dinanzi a sofferenze così grandi, talmente immense, che non ci sono parole per poterle spiegare. infondo vale solo per certi amori, quelli che non si possono raccontare, se non con le sole emozioni: le emozioni di una mamma che ha combattuto fino all'ultimo per salvare il salvabile, suo figlio, e quale amore più grande di questo? penso nessuno; perché certe lotte, si combattono solo perché è il cuore che comanda. senza il cuore, senza la forza dell'amore, certe cose non si fanno: si portano avanti solo perché dentro c'è un fuoco, un desiderio, che ti smuove, arde ogni passione e ti da la forza per affrontarle tutte con la forza di un leone quando deve proteggere i suoi cuccioli. e ancora una volta, quando serviva, ho tirato fuori unghie e denti, per dimostrare prima di tutto a me stessa e poi al mondo, che nulla mi può fermare davanti a un amore così grande, se non la morte; e comunque, anche mentre ero lì in preda al dolore, alla sofferenza, non smettevo di sperare, di credere che le cose potessero andare meglio. perciò, posso dire, che ho fatto tutto il possibile, forse, l'impossibile, perché le cose potessero andare al meglio delle possibilità e insieme a Boris fino all'ultimo non abbiamo mollato il colpo.

 

martedì 28 ottobre 2025

Prendersi cura non solo della salute fisica, ma anche di quella del CUORE!

Eccoci qua, a scrivere, a raccontare come questi ultimi mesi sono stati pesanti per me e mio marito. mesi intensamente devastanti in cui non c'erano certezze, dove ogni cosa era messa in discussione da un malessere emotivo e fisiologico senza precedenti. ho infatti imparato a conoscere la depressione, ma non è la stessa cosa: quando non si sta bene fisicamente è un grand casino, sopratutto se ti capita di non riuscire a stare sveglia anche quando provi a mangiare, oppure quando non riesci più a digerire nemmeno un brodo. l'unica cosa che riesci è dormire e non è un sonno ristoratore, ma semplicemente distruttivo. nonostante le  decine di accessi al pronto soccorso dagli esami non emergeva nulla, ma dentro ero distrutta perché stavo veramente male fisicamente. avevo continuamente mal di stomaco, rimettevo liquidi continuamente e non riuscivo a mangiare nulla. Ricordo l'ultima volta che sono andata al CSM (centro di salute mentale) e anche quel giorno dovetti resistere, ma rimisi sul corridoi i liquidi che non riuscivo a trattenere e pure lo psichiatra pareva preoccupato e dispiaciuto per come stavo. inoltre, chi mi ascoltava il respiro, mi diceva che avevo un fiato  corto, ma nessuno degli operatori medici ci dava troppo peso, nonostante continuavo a chiedermi cosa stava accadendo. quest'incertezza, il non sapere perché stessi così male, mi metteva molta, moltissima, ansia; in più, essere in balia del dolore, spaventa e ti fa sentire in balia degli eventi, quasi da non vedere via d'uscita. in altri termini, ti sembra che quel dolore, la sofferenza, non finisca mai più. per fortuna da lassù qualcuno ha guardato e in un'occasione di visita di controllo a Padova, dopo la visita, accorgendosi che il cuore era altamente scompensato perché pompava molto lentamente, hanno deciso di ricoverarmi. ero contenta di quel ricovero, perché finalmente, dopo mesi, mi era più chiaro il motivo per cui stavo male. In altri termini sapere come stavano le cose mi faceva sentire meglio e grazie ai medici che mi seguono siamo riusciti a trovare la terapia giusta per aiutare il cuore a recuperare la sua funzione naturale.

ora che vi ho raccontato in breve come sono andate le cose, vi lascio alle riflessioni fatte e alle emozioni vissute durante quella settimana di ricovero. D'altronde, questo è sempre stato il mio spazio per lasciare agli altri ciò che ho vissuto e le riflessioni che mi vengono in mente vivendo le mie esperienze; tutti pensieri che però riguardano una grande categorie di persone coinvolte: i professionisti sanitari da un lato e noi pazienti/persone che voremmo essere presi in cura a 360 gradi dall'altra. questo è per me lo scopo di pubblicare su questo Blog le mie sensazioni rispetto all'esperienza vissuta, a maggior ragione se penso che l’emotività sia intrecciata, più di quanto possiamo imaginare, con la clinica.

Scrivo queste righe,  perché ho bisogno di mettere nero su bianco ciò che ho pensato in questa settimana di ricovero.Queste righe dovrebbero aiutarvi a capire cosa è che mi tocca e sopratutto tenere conto della complessità che certe situazioni richiedono.


difficile elaborare questo ricovero, sia per la velocità con cui si è presentato, sia per l'intensità con cui l'ho vissuto.

sinceramente ero contenta di averlo ottenuto, perché quello scompenso era frutto di un insieme di esperienze vissute in questi ultimi 2 anni.

la malattia oncologica di mio zio, la scoperta della leucemia linfatica cronica di mio papà,  il primo aborto spontaneo, la gravidanza interrotta e l’aggravamento della llc di mio padre, senza togliere l'ansia, la paura e la sofferenza che tutte queste esperienze hanno portato. in mezzo a tutto questo mio zio è venuto a mancare nel giugno del 2023, quest'anno un mese prima di Boris ho perso anche mia nonna e poi è accaduto ciò che come coppia non ci saremmo mai immaginati. inoltre, quest'estate, come sapete già, non è stata delle più tranquille: fra i mille farmaci fatti in pronto soccorso, la tensione emotiva di non sapere cosa accadeva e appunto il peggioramento di papà, mi hanno creato ancora più difficoltà a stare in piedi. e quando sono arrivata a quel lunedì 29 settembre, la soddisfazione più grande è stata sentirci considerati, ascoltati per ciò che avvertivano come pericolo. sì, ho avuto paura di non farcela, di non riuscire a continuare a vivere, sopratutto nelle ultime settimane, come se non avessi più la forza di resistere. l'unico modo per combattere che avevo era dormire, dormire per non pensare al peggio e per non stare male prima di tutto fisicamente e poi anche emotivamente. pure come coppia stavamo incominciando a perderci, perché non riuscivamo più a comunicare fra di noi: sì stava così male che tutto sembrava impossibile da affrontare e chi ci stava accanto, in particolare i miei genitori, si sono resi conto di quanto stessi soffrendo perché mi vedevano dormire sempre. Credetemi  è terribile vederti la vita sfuggirti dalle mani e non poterci fare niente, se non aspettare e sperare che qualcuno ti consideri per quello che senti dentro. e poi, ciò che ti fa soffrire ancora di più è sentire il tuo compagno di vita chiederti se c'è qualcosa che potesse fare per farmi stare meglio, dirli che purtroppo non poteva farci molto e che stava facendo il massimo per starti vicino. è stato così devastante  sentirlo impotente e spaventato per ciò che stava accadendo. in più non sapere, non avere chiaro perché si sta male, è qualcosa che ti atterrisce, perché ti porta a pensare a mille cose come: è questione di troppo stress, ho tanta ansia, perché bisogna stare così male. ecc. quando si è consapevoli, per quanto possa fare male, tutto risulta più chiaro e ti permette di chiarirti meglio come stanno le cose. per questo posso dire che una volta capito che si trattava di scompenso cardiaco, avevo più chiaro la ragione per cui sono stata così male nei scorsi mesi.e allora è stato tutto più facile da vivere.

quello che mi è dispiaciuto è stato attribuire tutto ciò che è accaduto alla gravidanza. fermo restando che per via delle mie condizioni cliniche, una gravidanza è controindicata, non si può pensare che tutto quel dolore fisico sentito nei mesi precedenti, che certi giorni sentivo fino allo stremo, avessero messo in seria difficoltà il mio cuore e i miei polmoni?

mi sembrano passati troppi mesi dall'evento e sopratutto dai primi esami cardiologici non era emerso nulla che potesse far pensare a conseguenze legate al parto infine, penso che vada posta un po' di attenzione al tema della gravidanza, a come mi sono sentita quando avete sospettato che lo scompenso sia causato dalle gravidanze che ho affrontato in questi due anni.

penso vada fatto per rispetto di Boris, e di ciò che ci troviamo a vivere come coppia, come famiglia in quanto suoi genitori.

Boris è e resterà per sempre nostro figlio, anche se non lo abbiamo fra le braccia, ma in una tomba in un cimitero. Boris è e resterà sempre presente nelle nostre vite donandoci tutto l'amore che abbiamo sentito in quei quasi 6 mesi di vita vissuta assieme e ancora oggi che non è é qui con noi, quell'amore continuiamo a sentirlo in maniera intensa e forte. per tutto questo mi sarei aspettata un po' di silenzio e umiltà nel tirare fuori questo tema, anche perché, al di là di tutto, di ciò che vorremo in futuro, io sono e resterò per sempre la sua mamma. una mamma, che come tante altre, sta vivendo (seppur silenziosamente) l'elaborazione di un lutto particolare: un lutto perinatale e in quanto tale, questa tipologia di lutti, richiedono molto più tempo per essere elaborati, senza contare il fatto che per qualcuno ci vuole molto più tempo del "normale" per considerarli superati. ed è questo il nostro caso: dopo che avete toccato questo argomento posso dire che siamo tornati in dietro di un bel pezzo, ponendoci le stesse domande che ci facevamo all'inizio di questa storia; ma ciò che è peggio, è che improvvisamente, non solo ho sentito di avere le idee ancora meno chiare di qualche mese fa, ma anche colpevole di tutto ciò che è accaduto e onestamente, bastava già il percorso interiore che stavo cercando di fare per andare avanti, ma si è aggiunto pure il fatto che mi sento in colpa per tutto.e dopo tutta la terapia fatta, per smettere di sentirmi sbagliata e in colpa, mi ha ferito molto, quasi più di sapere la ragione per cui quel cuore era in difficoltà. per questo vi prego di fare attenzione a come comunicate un dato problema di salute e le cause, perché qualcuno non solo non è pronto a ricevere quella risposta e poi, che ne sapete, in che fase di accettazione o di elaborazione quella persona si trova. naturalmente non potete saperlo, per questo vi invito a prestarci attenzione quando volete trasmettere informazioni così delicate e riservate alla coppia, questo perché non a caso, andava a toccare non solo me e il mio stato di salute, ma anche quella di chi mi sta accanto ogni giorno, il quale, come Me e Boris, richiede il suo rispetto: il rispetto del suo dolore e sopratutto del non sapere cosa si porta dentro; perché come ho sempre sostenuto e continuerò a esprimere fino a quando ne avrò le forze, l la psiche, le emozioni, possono influenzare molto di più di quanto possiamo imaginare anche la componente biologica e sociale. per me queste non sono solo definizioni, ma concretezza, fatti, realtà vissuta sulla pelle delle persone. ed è anche per questo che da chi mi segue richiedo la pazienza di essere ascoltata non solo dal punto di vista medico, ma anche dal punto di vista emotivo ed umano, perché le due cose nella mia storia (ma credo anche in quelle di altri) la componente emotiva va sempre a braccetto con quella biologica e viceversa. non è infatti un caso che spesso che le mie crisi emotive si ripercuotono sul corpo e viceversa.e dalla psicoterapia fatta in questo anno e mezzo, mi sono accorta di quanto l'ansia reagisca sul mio corpo. d'altra parte con me basta un'azione, un gesto, una parola per farmi pensare anche per giorni, fino a quando non ho l'occasione di esprimerla per iscritto. questo resta un modo per smettere di rimuginarci e poterne parlare con più calma poi a voce. ritieniti quindi fortunato, perché ora che ho avuto modo di fartele avere, la mia testa smetterà di pensarci e si concentrerà su altro. naturalmente, racontare i quello che ho vissuto, non significa che non seguirò la terapia che mi avete indicato, o che intenda fare qualcosa di diverso, intendo solo far riflettere e permettere di farvi riflettere sulle varie ipotesi che vanno tenute in considerazione quando si affrontano situazioni così complicate come la mia. in altre parole, quello che penso è che bisogna sempre tenersi aperte tutte le possibilità prima di pensare che la causa potrebbe essere solo una e quindi focalizzarsi solo su un unica risposta,  in situazioni come la mia, che sono molto più complesse e fra queste possibilità, anche il casino emotivo può contare, anzi, spesso, può avere un'importanza maggiore di quello che possiamo imaginare. naturalmente dal mio punto di vista, è normale, perché ci faccio i conti ogni giorno tant’è che basta un po' di rabbia per avere un mal di testa o un po di ansia per provare nausea, figurati come possa sentirmi per qualcosa di ben più complicato e incasinato di un po' di ansia o di nervosismo. non a caso chi mi sta vicino, sa perfettamente della mia altissima sensibilità e cerca sempre di usare la comprensione per ferirmi il meno possibile, anche se a volte è molto difficile. 

rispettare il cuore significa rispettare il dolore di chi sta soffrendo!

Oggi è il 15 ottobre,  un  giorno speciale, un giorno che per certi genitori resterà una giornata simbolo: oggi è la giornata internazionale sulla consapevolezza sul lutto perinatale. una giornata che per certe mamme e certi papà si ripete ogni giorno e che porta a ricordare i nostri bimbi che sono morti durante una gravidanza, alla nascita o dopo il parto; ma che restano sempre vivi nei nostri cuori anche se non sono presenti fisicamente il loro amore, la loro presenza si sente sempre. per chi invece non ha avuto la sfortuna di finirci, giornate come questa servono per poter diffondere consapevolezza su un argomento sempre troppo taciuto e poco conosciuto di cui bisognerebbe continuare a parlare. Non a caso perfino fra gli operatori che se ne devono occupare, non c'è ancora abbastanza consapevolezza e delicatezza su temi così delicati, su cui bisognerebbe essere molto sensibile ,umili ed empatici, perché  perdere un figlio, è un po', come perdere una parte di se, del proprio cuore e sopratutto della propria vita. Quindi continuare a parlarne è fondamentale, non solo per diffondere consapevolezza, ma anche per abbattere sempre di più quei pregiudizi e tabù che s'aggirano attorno  a queste tematiche. Non a caso pochi sono quelli che riescono  capire fino in fondo, che sanno come si ci sente veramente quando perdi un figlio. In altri termini, poche sono le persone che siccome l'hanno passato, ti capiscono e invece che fare rumore attorno al tuo dolore, sanno esserti  vicino senza dirti che devi andare avanti, che devi essere forte, che devi lasciar andare il tuo dolore. sì, chi ci è passato, chi ha vissuto quest'esperienza sulla sua pelle capisce! Capisce perfettamente quanto sia doloroso il dopo, quanto si fa fatica a riprendersi e rimettersi  in gioco per riprendersi in mano la propria vita. Solo quelle mamme e quei papà sanno cosa vuol dire tornare a casa a mani vuote e non poter più abbracciare, bacciare, accarezare il proprio bimbo. E solo loro sanno quanto sia lunga l'elaborazioni di lutti così importanti come questi e sanno che non tutti hanno la forza di trasformare quel dolore per renderlo utile in primis a loro stessi. No, non è facile digerire un lutto in generale, quello di un figlio che viene a mancare alla nascita, l'ho è ancora di più, questo perchè viene trattato diversamente da qualsiasi lutto. se poi come me, di lutti ne hai avuti tanti prima tutti vicini fra loro, è ancora più complicato dare lo spazio giusto al proprio bambino. Per questo dico sempre cche è meglio pronunciare molte meno parole e stare più vicino che si può a chi soffre.

Questo vi fa comprendere che anche noi, come famiglia, siamo diventati genitori di Boris Giuliano il 24 aprile 2025, ma la vita ha voluto strapparcelo dalle braccia subito; purtroppo Boris è venuto a mancare subito e da lì i  nostri cuori hanno smesso di battere al ritmo della vita: tutto sembra più complicato, più difficile e ogni giorno qualcosa di te ti continua a mancare. sì, perché Boris è stato e continua ad essere l'amore più grande della nostra vita. è così grande l'amore che abbiamo vissuto assieme in quei mesi, come l'amore che mi manda ogni giorno perché grazie a tutta questa immensità ho ancora la forza di rialzarmi sempre, anche quando risulta difficilissimo.

 Seppur questa è forse una delle prime volte che parlo di lui pubblicamente, le lacrime mi irrigano il volto. d'altra parte ha fatto parte di noi e continua a farne parte, standoci vicino ogni giorno; ma quanto è difficile andare avanti, continuare a credere in un futuro migliore, quando dentro ti senti a pezzi? è veramente difficile e a volte vorresti solo sentire silenzio. il silenzio che ha congelato il mio cuore in tutti questi mesi, il silenzio che ho sentito alla nascita che solo al pensiero ti fa mancare il fiato. sì, vorrei silenzio in mezzo a tutte quelle parole pronunciate da certi professionisti (nello specifico medici) che vedendomi mettere la maschera del sorriso, non si rendono conto di quanto rumore fanno nel parlare continuamente delle conseguenze mediche che questa gravidanza ha comportato. sì, vorrei quel silenzio perché credo che in circostanze come queste serva rispetto. il rispetto del dolore di quei genitori che stanno percorrendo il loro lutto e sopratutto rispetto nei confronti di una vita, che seppur  non presente sulla terra, è più che viva e intensamente presente in cielo!

Non a caso, siamo genitori di cielo, che cercano di portarsi anche qui in terra, tutto l'amore e la presenza che manca nel quotidiano. sì, Boris manca come manca l'aria; manca sempre e anche nei piccoli gesti ti chiedi chi sa come sarebbe stato se fosse qui con noi. chi sa come sarebbe cresciuto, a chi sarebbe assomigliato e che esperienze ci avrebbe regalato? chi sa come sarebbe stato essere i suoi genitori, crescerlo con tutto l'amore che ci appartiene? sì, anche se sono ancora pienamente dentro all’elaborazione di questo lutto, a volte vorrei poter avere un arcobaleno e per mesi l'ho sperato con tutta me stessa; ma per alcune complicazioni mediche, per un po' di tempo (che sembra indefinito) quel sogno, quell'amore infinito di mamma, devo cercare di tenerlo da parte e continuare ad abbracciare la presenza del mio piccolo grande angelo presente in cielo! Il mio grande leoncino (sarebbe nato in agosto) che fino all'ultimo istante, assieme a tutti noi, non ha mollato un attimo. A lui devo tutta quella forza e a lui devo la vita, per cui non smetterò di credere che quell'arcobaleno un giorno potrà spuntare nel cielo!

A Boris devo tutta la forza che ci ho messo nel farlo nascere e a lui devo anche la fortuna di aver trovato un'equipe ginecologica ed ostetrica meravigliosa. Senza la loro premura, il loro sostegno, la dolcezza di ogni gesto, non credo che sarei qui a parlare di quest'esperienza che volente o dolente ti cambia per sempre l'esistenza.

Grazie Boris per esserci ogni giorno e per guidarmi a fare sempre qualche passo nel potermi prendere cura di me stessa. grazie a te ho imparato ad amarmi un po' di più e sopratutto ho smesso di farmi così male per sopravvivere alle mazzate che ho incontrato sulla strada della vita.

per questo ti chiedo di esserci sempre, di supportarci ogni volta che ti sarà possibile come noi cercheremmo di farlo sempre con te.un abbraccio forte, il più forte che ti possa arrivare dalla tua mamma e  dal tuo papà

l'inesorabile forza dell'amore può tutto!!!

Ci sono storie che incominciano prima che tu possa imaginare: nascono dal cuore e ti riempiono d'amore. lo stesso che senti nei confront...