Eccoci qua, a scrivere, a raccontare come questi ultimi mesi sono stati pesanti per me e mio marito. mesi intensamente devastanti in cui non c'erano certezze, dove ogni cosa era messa in discussione da un malessere emotivo e fisiologico senza precedenti. ho infatti imparato a conoscere la depressione, ma non è la stessa cosa: quando non si sta bene fisicamente è un grand casino, sopratutto se ti capita di non riuscire a stare sveglia anche quando provi a mangiare, oppure quando non riesci più a digerire nemmeno un brodo. l'unica cosa che riesci è dormire e non è un sonno ristoratore, ma semplicemente distruttivo. nonostante le decine di accessi al pronto soccorso dagli esami non emergeva nulla, ma dentro ero distrutta perché stavo veramente male fisicamente. avevo continuamente mal di stomaco, rimettevo liquidi continuamente e non riuscivo a mangiare nulla. Ricordo l'ultima volta che sono andata al CSM (centro di salute mentale) e anche quel giorno dovetti resistere, ma rimisi sul corridoi i liquidi che non riuscivo a trattenere e pure lo psichiatra pareva preoccupato e dispiaciuto per come stavo. inoltre, chi mi ascoltava il respiro, mi diceva che avevo un fiato corto, ma nessuno degli operatori medici ci dava troppo peso, nonostante continuavo a chiedermi cosa stava accadendo. quest'incertezza, il non sapere perché stessi così male, mi metteva molta, moltissima, ansia; in più, essere in balia del dolore, spaventa e ti fa sentire in balia degli eventi, quasi da non vedere via d'uscita. in altri termini, ti sembra che quel dolore, la sofferenza, non finisca mai più. per fortuna da lassù qualcuno ha guardato e in un'occasione di visita di controllo a Padova, dopo la visita, accorgendosi che il cuore era altamente scompensato perché pompava molto lentamente, hanno deciso di ricoverarmi. ero contenta di quel ricovero, perché finalmente, dopo mesi, mi era più chiaro il motivo per cui stavo male. In altri termini sapere come stavano le cose mi faceva sentire meglio e grazie ai medici che mi seguono siamo riusciti a trovare la terapia giusta per aiutare il cuore a recuperare la sua funzione naturale.
ora che vi ho raccontato in breve come sono andate le cose, vi lascio alle riflessioni fatte e alle emozioni vissute durante quella settimana di ricovero. D'altronde, questo è sempre stato il mio spazio per lasciare agli altri ciò che ho vissuto e le riflessioni che mi vengono in mente vivendo le mie esperienze; tutti pensieri che però riguardano una grande categorie di persone coinvolte: i professionisti sanitari da un lato e noi pazienti/persone che voremmo essere presi in cura a 360 gradi dall'altra. questo è per me lo scopo di pubblicare su questo Blog le mie sensazioni rispetto all'esperienza vissuta, a maggior ragione se penso che l’emotività sia intrecciata, più di quanto possiamo imaginare, con la clinica.
Scrivo queste righe, perché ho bisogno di mettere nero su bianco ciò che ho pensato in questa settimana di ricovero.Queste righe dovrebbero aiutarvi a capire cosa è che mi tocca e sopratutto tenere conto della complessità che certe situazioni richiedono.
difficile elaborare questo ricovero, sia per la velocità con cui si è presentato, sia per l'intensità con cui l'ho vissuto.
sinceramente ero contenta di averlo ottenuto, perché quello scompenso era frutto di un insieme di esperienze vissute in questi ultimi 2 anni.
la malattia oncologica di mio zio, la scoperta della leucemia linfatica cronica di mio papà, il primo aborto spontaneo, la gravidanza interrotta e l’aggravamento della llc di mio padre, senza togliere l'ansia, la paura e la sofferenza che tutte queste esperienze hanno portato. in mezzo a tutto questo mio zio è venuto a mancare nel giugno del 2023, quest'anno un mese prima di Boris ho perso anche mia nonna e poi è accaduto ciò che come coppia non ci saremmo mai immaginati. inoltre, quest'estate, come sapete già, non è stata delle più tranquille: fra i mille farmaci fatti in pronto soccorso, la tensione emotiva di non sapere cosa accadeva e appunto il peggioramento di papà, mi hanno creato ancora più difficoltà a stare in piedi. e quando sono arrivata a quel lunedì 29 settembre, la soddisfazione più grande è stata sentirci considerati, ascoltati per ciò che avvertivano come pericolo. sì, ho avuto paura di non farcela, di non riuscire a continuare a vivere, sopratutto nelle ultime settimane, come se non avessi più la forza di resistere. l'unico modo per combattere che avevo era dormire, dormire per non pensare al peggio e per non stare male prima di tutto fisicamente e poi anche emotivamente. pure come coppia stavamo incominciando a perderci, perché non riuscivamo più a comunicare fra di noi: sì stava così male che tutto sembrava impossibile da affrontare e chi ci stava accanto, in particolare i miei genitori, si sono resi conto di quanto stessi soffrendo perché mi vedevano dormire sempre. Credetemi è terribile vederti la vita sfuggirti dalle mani e non poterci fare niente, se non aspettare e sperare che qualcuno ti consideri per quello che senti dentro. e poi, ciò che ti fa soffrire ancora di più è sentire il tuo compagno di vita chiederti se c'è qualcosa che potesse fare per farmi stare meglio, dirli che purtroppo non poteva farci molto e che stava facendo il massimo per starti vicino. è stato così devastante sentirlo impotente e spaventato per ciò che stava accadendo. in più non sapere, non avere chiaro perché si sta male, è qualcosa che ti atterrisce, perché ti porta a pensare a mille cose come: è questione di troppo stress, ho tanta ansia, perché bisogna stare così male. ecc. quando si è consapevoli, per quanto possa fare male, tutto risulta più chiaro e ti permette di chiarirti meglio come stanno le cose. per questo posso dire che una volta capito che si trattava di scompenso cardiaco, avevo più chiaro la ragione per cui sono stata così male nei scorsi mesi.e allora è stato tutto più facile da vivere.
quello che mi è dispiaciuto è stato attribuire tutto ciò che è accaduto alla gravidanza. fermo restando che per via delle mie condizioni cliniche, una gravidanza è controindicata, non si può pensare che tutto quel dolore fisico sentito nei mesi precedenti, che certi giorni sentivo fino allo stremo, avessero messo in seria difficoltà il mio cuore e i miei polmoni?
mi sembrano passati troppi mesi dall'evento e sopratutto dai primi esami cardiologici non era emerso nulla che potesse far pensare a conseguenze legate al parto infine, penso che vada posta un po' di attenzione al tema della gravidanza, a come mi sono sentita quando avete sospettato che lo scompenso sia causato dalle gravidanze che ho affrontato in questi due anni.
penso vada fatto per rispetto di Boris, e di ciò che ci troviamo a vivere come coppia, come famiglia in quanto suoi genitori.
Boris è e resterà per sempre nostro figlio, anche se non lo abbiamo fra le braccia, ma in una tomba in un cimitero. Boris è e resterà sempre presente nelle nostre vite donandoci tutto l'amore che abbiamo sentito in quei quasi 6 mesi di vita vissuta assieme e ancora oggi che non è é qui con noi, quell'amore continuiamo a sentirlo in maniera intensa e forte. per tutto questo mi sarei aspettata un po' di silenzio e umiltà nel tirare fuori questo tema, anche perché, al di là di tutto, di ciò che vorremo in futuro, io sono e resterò per sempre la sua mamma. una mamma, che come tante altre, sta vivendo (seppur silenziosamente) l'elaborazione di un lutto particolare: un lutto perinatale e in quanto tale, questa tipologia di lutti, richiedono molto più tempo per essere elaborati, senza contare il fatto che per qualcuno ci vuole molto più tempo del "normale" per considerarli superati. ed è questo il nostro caso: dopo che avete toccato questo argomento posso dire che siamo tornati in dietro di un bel pezzo, ponendoci le stesse domande che ci facevamo all'inizio di questa storia; ma ciò che è peggio, è che improvvisamente, non solo ho sentito di avere le idee ancora meno chiare di qualche mese fa, ma anche colpevole di tutto ciò che è accaduto e onestamente, bastava già il percorso interiore che stavo cercando di fare per andare avanti, ma si è aggiunto pure il fatto che mi sento in colpa per tutto.e dopo tutta la terapia fatta, per smettere di sentirmi sbagliata e in colpa, mi ha ferito molto, quasi più di sapere la ragione per cui quel cuore era in difficoltà. per questo vi prego di fare attenzione a come comunicate un dato problema di salute e le cause, perché qualcuno non solo non è pronto a ricevere quella risposta e poi, che ne sapete, in che fase di accettazione o di elaborazione quella persona si trova. naturalmente non potete saperlo, per questo vi invito a prestarci attenzione quando volete trasmettere informazioni così delicate e riservate alla coppia, questo perché non a caso, andava a toccare non solo me e il mio stato di salute, ma anche quella di chi mi sta accanto ogni giorno, il quale, come Me e Boris, richiede il suo rispetto: il rispetto del suo dolore e sopratutto del non sapere cosa si porta dentro; perché come ho sempre sostenuto e continuerò a esprimere fino a quando ne avrò le forze, l la psiche, le emozioni, possono influenzare molto di più di quanto possiamo imaginare anche la componente biologica e sociale. per me queste non sono solo definizioni, ma concretezza, fatti, realtà vissuta sulla pelle delle persone. ed è anche per questo che da chi mi segue richiedo la pazienza di essere ascoltata non solo dal punto di vista medico, ma anche dal punto di vista emotivo ed umano, perché le due cose nella mia storia (ma credo anche in quelle di altri) la componente emotiva va sempre a braccetto con quella biologica e viceversa. non è infatti un caso che spesso che le mie crisi emotive si ripercuotono sul corpo e viceversa.e dalla psicoterapia fatta in questo anno e mezzo, mi sono accorta di quanto l'ansia reagisca sul mio corpo. d'altra parte con me basta un'azione, un gesto, una parola per farmi pensare anche per giorni, fino a quando non ho l'occasione di esprimerla per iscritto. questo resta un modo per smettere di rimuginarci e poterne parlare con più calma poi a voce. ritieniti quindi fortunato, perché ora che ho avuto modo di fartele avere, la mia testa smetterà di pensarci e si concentrerà su altro. naturalmente, racontare i quello che ho vissuto, non significa che non seguirò la terapia che mi avete indicato, o che intenda fare qualcosa di diverso, intendo solo far riflettere e permettere di farvi riflettere sulle varie ipotesi che vanno tenute in considerazione quando si affrontano situazioni così complicate come la mia. in altre parole, quello che penso è che bisogna sempre tenersi aperte tutte le possibilità prima di pensare che la causa potrebbe essere solo una e quindi focalizzarsi solo su un unica risposta, in situazioni come la mia, che sono molto più complesse e fra queste possibilità, anche il casino emotivo può contare, anzi, spesso, può avere un'importanza maggiore di quello che possiamo imaginare. naturalmente dal mio punto di vista, è normale, perché ci faccio i conti ogni giorno tant’è che basta un po' di rabbia per avere un mal di testa o un po di ansia per provare nausea, figurati come possa sentirmi per qualcosa di ben più complicato e incasinato di un po' di ansia o di nervosismo. non a caso chi mi sta vicino, sa perfettamente della mia altissima sensibilità e cerca sempre di usare la comprensione per ferirmi il meno possibile, anche se a volte è molto difficile.
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