sabato 18 aprile 2020

Trovare sé stessi

Ci sono momenti in cui la fatica e il dolore, emergono. Emergono con prepotenza quasi e, tu, non sai cosa fare. Cerchi di “viverle”, lasciando che le emozioni ti attraversino, ma nonostante ciò continui a stare male. Male perché non riesci a “fare” ciò che vorresti. Ciò che è peggio, è che quando accade, ti sembra di aver “gettato” all’aria un giornata e, quindi, ti senti totalmente incapace. Incapace di programmare le proprie giornate. Incapace di portare a termine i tuoi obiettivi. E, soprattutto, hai l’impressione di non riuscire a concludere niente nella tua vita. Ciò col passare del tempo ti spaventa, perché sai che ci0 non aiuta a trovare l'adeguata motivazione ad agire. In questi casi bisognerebbe provare a sforzarsi di fare anche quelle “piccole” cose che ci fanno stare bene. Come per esempio farsi una doccia, curere il  viso e le mani, truccarsi. Insomma, prendersi il tempo e lo spazio per dedicarsi a se stessi è una strategia che può­ aiutarci a vivere con meno “pesantezza” il proprio dolore. Ci0 non significa fuggirvi, quello sì che non sarebbe sbagliato; ma dedicare un tempo ben circoscritto da dedicare alla nostra sofferenza. Uno spazio in cui lasciare che tutto ci0 che viviamo emerga. Una volta fatto questo, per riuscire ad affrontare le nostre giornate, ~ necessario riuscire a mantenersi, almeno in minima parte, attivi. Poter chiamare un amico, o una persona a cui siamo fortemente legati, è un’altra soluzione che possiamo applicare, per riuscire a distogliere il pensiero ossessionante, che abbiamo su noi stessi, potendoci così concentrarci sugli altri.

Come già affermato, tutto ciò non lo attuiamo per evitare la sofferenza: quella va ascoltata, toccata con mano e, piano piano, con i propri tempi, superata, ma quello che si vuole sottolineare ~ che non è concentrandoci sempre sulla sua presenza, che possiamo cambiare, ciò che viviamoo. I nostri cambiamenti si verificano solo nel momento in cui scegliamo di effettuare un percorso di introspezione su noi stessi. Quando iniziamo ad ascoltarci fino in fondo, con sincerità ciò che ci portiamo nel cuore. Quando ci ascoltiamo senza autogiudicarci e autocriticarci, senza sentirci perennemente in colpa, per quello che siamo, allora sì che possiamo pensare di aver trasformato pienamente la nostra sofferenza. Quando ci accade ci sentiamo, infatti, piú leggeri, meno affaticati e più sereni con noi stessi. Questa sì che è la vera trasformazione di noi stessi. Quando il dolore diviene la mera evoluzione dei nostri sentimenti. Un’evoluzione che si basa sull’accettazione, la comprensione e, quindi, la cura di noi stessi. 

         


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