giovedì 28 maggio 2020

La difficoltà qual è


Quanto è difficile rimanere fermi, fermi sul proprio dolore, sulla propria sofferenza. Rimanere focalizzati lì, sul proprio dolore non è facile. Evitare di scacciare via ciò che ci fa stare male è veramente complicato, è ancora più complesso comprendere e accettare ciò, se quella sofferenza è stata “creata” da noi stessi e dalla nostra condizione attraverso atteggiamenti/comportamenti che possono essere controproducenti per noi e per gli altri.
Si tratta di sofferenze che nascono da, un'inconsapevolezza dei propri stati emotivi, i quali si presentano prima dell'atteggiamento vero e proprio. Nel mio caso, si tratta di quegli stati emotivi che si presentano prima di una crisi di fame, capaci di farmi star male, anzi, abili a gettarmi negli abissi più profondi. Un dolore derivato dal peso che, i sensi di colpa, la paura, la vergogna e il senso di inadeguatezza influiscono su noi stessi. Tutte queste emozioni, nonostante pesino, si presentano ogni volta che “si vive qualcosa di negativo” o comunque di “frustrante. Inoltre, tali comportamenti si presentano quando si presentano continuamente quei comportamenti autolesionistici, come quello del mangiare compulsivo, aventi effetti devastante sulla vita psichica della persona. Ciò che si vive è veramente faticoso, ma piuttosto che affrontare la frustrazione, nel caso mio dell'incomunicabilità  con le persone che mi vogliono bene, si preferisce mantenere quel comportamento senza provare ad abbandonarlo. Questo porta a percepire in maniera continua quel senso di affaticamento che si presenta a seguito di una crisi di fame.
Lo so, è un paradosso, ma come è risaputo, spesso ci risulta talmente complesso gettare a terra quei muri creati dalle nostre stesse abitudini. Ciò risulta complesso, ancora più se dietro a quel comportamento abitudinario, non si è acquisito un grado elevato di consapevolezza dei  propri stati emotivi. Lo so, spesso la consapevolezza può uccidere, perché nonostante comprendiamo quello che accade, non riusciamo a dare una spiegazione logica ai nostri comportamenti. allo stesso tempo, ci aiuta a “guardare” con altri occhi, cio’ che ci accde.
percio’ una consapevolezza cosi’ ellevata, porta a sentirci incompresi e, quindi, non riusciamo a comprendere nemmeno le ragioni del nostro agire. Tutto ciò ci fa preoccupare perché ci porta a voler mantenere ancora più controllo su noi stessi e sulle nostre abitudini pericolosamente dannose. La consapevolezza, però, permette anche di incominciare un percorso di crescita e cambiamento, che sicuramente non è facile, ma che certamente permette di trasformare totalmente la propria vita. perciò, se vogliamo che questa trasformazione avvenga, è necessario un lasso di tempo lungo, in cui attendere con estrema pazienza al fine che i cambiamenti interiori si verifichino. Sarà proprio quel tempo necessario che permetterà l'inizio di profondo processo di cambiamento. Sarà quindi, grazie a quel dolore, difficile da accettare, che le cose potranno cambiare. Questo perché, sono qui momenti di stallo, di profonda difficoltà, in cui lanceresti tutto all'aria, in cui si recuperano le energie necessarie per affrontare tutto ciò che permette di modificare ciò che ci fa stare male. Non si può dire che sia facile, anzi, tante volte, sembra impossibile, perche’ saper vivere quei momenti richiede tanta motivazione e lucidita’ mentale. Essere lucidi in quelle situazioni, infati, richiede molta forza d'animo, molta energia da investire verso quel momento di difficoltà/problema. Insomma, decidere di “guardare diversamente” le nostre crisi, in partcolare quelle legate al cibo, non è facile. Perché se per abitudine, dopo una crisi, si presenta il senso di colpa, difficilmente si avrà la fermezza di vivere con positività qui momenti. Già anche da dire, che quei momenti avvengono quando sei stanco e hai una percezione di te stesso e della vita distorto. Pensi infatti che quello che fai è inutile, che tutto ciò che fai per gli altri non ha senso e soprattutto che gli altri fanno è sicuramente migliore di ciò che effettivamente tu riesci a effettuare. Lo so, sono tutti pensieri disfunzionali, ma esistono e rifiutarsi di vederli è solo un male. Forse, però, nel nostro caso, trascurare ciò che viviamo, sofocandolo nel cibo, è comunque un comportamento non positivo per noi stessi, che ne soffriamo e per gli altri che non riescono a capirci.

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