domenica 24 maggio 2020

IL NOSTRO RISVEGLIOI

e’ già sera e tutto ci appare infinitamente spento. Le anime vano in pace a riposare, i cuori si uniscono e, il silenzio della notse, si fa pericolosamente pesante. Talmente pesante, da far riemergere le nostre paure, i nostri timori, le nostre debolezze. Tutte componenti dell’animo umano. Comqnenticapaci di donare un’infinità di cose: gioia e sofferenza; sorrisi e lacrime; speranze e illusioni; vita e morte allo stesso tempo. In altre parole, è un’infinità di sfaccettature, tutte da scoprire per poter superare gioiosamente le nostre innumerevoli paure.
Il silenzio si accentua, le luci, si spengono e, nel pieno della notte, i pensieri si animano, prenono forma e iniziano a vivere nella nostra misera mente. e mentre tutto ciò si verifica, Incominciamo a pensare a noi stessi, osservandone, passo dopo passo, i minuscoli scalini, fino ad’ora percorsi. Scalini che ci permettono di essere le persone che siamo diventate, grazie anche alla presenza degli altri. Sono tutti passi da gigante, se ci pensiamo bene, 
Un tempo erano infiniti gli sforzi per rimanere, per stare a vedere, per camminare ad ogni istante con coraggio, forza e determinazione. In altre parole per camminare sicuri, a testa alta verso la realizzazione dei nostri sogni. E mentre tutte queste disquisizioni, affiorano la nostra mente, pensiamo a tutti questi anni. Anni in cui la malattia, in una stretta morsa, si è presa la vita, se né totalmente impossessata, dominando ogni sfera, attraverso una sua logica, inevitablmnte unica e rara. Coltrascorrere del temp, impari a osservare a realtà  attraverso occhiali spessi e pesanti. Gli occhiali della negatività, del pessimismo, dell’irinunciante bisogno di soppravivere. Mentre Lei condizionava, divorava, impediva di divenire le persone che volevamo essere. In altre parole impediva di vivere. Vivere per noi stesse e per chi ci voleva bene. Vivere per rendere migliore noi, potendo amare ogni istante che ci potesse capitare. Ma, con gli anni si ci rendeva conto che le cose non andavano così: nel buio della notte i pensieri ti assalivano alla mente e ti costringevano a ricordarti come la tua stessa esistenza tiscorreva in un soffio, senza darti il tempo di gurdarla con il sorriso stampato in viso. 
Ti sguggiva tutto, un po’ come le parole che scorrono senza sosta sullo schermo: compaiono e spariscono in un attimo. Lo stesso attimo fuggente con cui la vita ci scorre sotto gli occhi. La stessa velocità con cui il tempo corre. Lo stesso con cui decidi di far passare i giorni. La stessa rapidità con cui decidiamo di sottovalutare le innumerevoli sfumature della nostra esistenza. Lo stesso con cui decidiamo di rifiutare di vivere, perché infondo, lasciare che tutto scorra, con fare indifferente, è tipico di questi disturai. Capaci di divorarti l’animo, colmo dei più nolstagici sogni. Ebbene sì, emergono incssantemente i Ricordi, quelli del passato, quelli presenti, quelli dettati, anche dall’infernale morsa della malattia stessa. Allo stesso tempo, emergono anche le cose belle fin qui realizzate. Fra queste vi sono anche alcune persone incontrate lungo il nostro cammino. Tutte anime incredibilmente preziose, importanti, uniche, capaci di insegnarci un’infinità di cose fondamentali per la nostra crescita. Tutte creature, capaci di suscitare in ricordi che s’intrecciano gli uni con gli altri. sì persone che ci hanno anche ferito molto, per trasmetterci, non solo amore, ma anche valori fondamentali per la crescita di ciascun essere umano, come per esempio il rispetto reciproco per gli altri. Il rispetto per la loro vita e soprattutto, per le loro idee.
Più i ricordi affiorano, più l’animo si affola di pensieri pesanti e stancanti. Talmente stancanti da rendermi, sempre pi] stanca, anche quando in realtà, avvresti tutte le energie fisiche per ricominciare a lottare, ma si sà, la stanchezza resta, quando si combatte da solitari, senza qualcuno che t’assista, nei frangenti più ardui. Per questo motivo, a volte ci servono dei alleati. Alleati che il disturbo non trova, facendo sentire l’animo nostro, ancora più solo. Ed nel mezzo della solitudine che s’addormenta, rendendo l’anima sua sempre più spenta. 
La not”te scorre in fretta, il mattino è all’orrizuonte, l’animo nostro si riassesta e decide di ricominciare: ricominciare a lottare, ad esplorare, ci0 che di meraviglioso, dentro di sé vi alberga. Per questo motivo ogni mattina, si alza in piedi e cammina. Cammina alla ricerca di risposte che possono far risplendere la nostra vita, mile e più vole.
            

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