Sono Qua

Sono qua e penso a te, a noi, a tutto quello che è ed è stato della nostra storia: una storia di gioie e dolori, di vita vissuta, lotte combattute e coraggiosamente affrontate. Una storia in cui non manca il coraggio, la forza e la determinazione che da tempo ci contraddistingue. Allo stesso tempo serve tenacia, voglia di provarci e soprattutto di rischiare, di mettere in discussione tutto, anche quando la mancanza di certezze è inevitabile. E, mentre penso a tutto questo, a quello che è stato, mi soffermo a riflettere, rendendomi conto di quanto tempo è passato da quel giorno: il giorno in cui ti ho conosciuto e che ho deciso di accoglierti nella mia vita. Ed è così che, mentre i pensieri, i ricordi, gli attimi vissuti affiorano, mi rendo conto che è stato solo un attimo, il tempo che mi è servito per capire che volevo te, proprio te, accanto a me, nella mia vita. In particolare, ho compreso che tu saresti stata la persona «giusta», quella che mi avrebbe aiutata a cambiare le cose, quella che avrebbe fatto di tutto per aiutarmi a rendere migliore la mia vita. In altre parole, avevo intuito che insieme, avremmo potuto prendere in mano la nostra stessa vita, mettendoci in gioco ogni qualvolta c’è l’avesse chiesto. Naturalmente, sapevo perfettamente che ciò non sarebbe stato facile, anzi, sapevo che la paura per cambiare le cose sarebbe stata tanta, troppa forse. Una paura struggente, capace di limitarmi, bloccarmi nel portare avanti qualsiasi scelta di cambiamento e auto-miglioramento. Quella stessa paura che per giorni, mesi, anni ha invaso totalmente la mia vita, quasi a impedirmi di portare avanti qualsiasi scelta, qualsiasi obiettivo che ci permette di essere e divenire sé stessi. Una paura capace di farti sprofondare nell'abisso più totale, arrivando a farti sentire con concretezza l'abissale fatica che, in circostanze come queste, non ti sembra mai finire. Ti sembra, in qualche modo, di essere sempre sopraffatti da un dolore che non sembra avere mai tregua, che non intende lasciarti in pace. In altri termini, ti imprigiona in una gabbia senza limiti capace di imprigionarti nel voler realizzare la tua vita per quello che tu desidereresti e non per quello che vorrebbero gli altri. Sì, quella stessa prigione, te la sei creata tu, per via della tua stessa sofferenza, del tuo modo di vivere, di vedere il mondo, ma spesso anche gli altri, in particolare chi ti sta vicino, spesso non ci aiuta in questo senso. Talvolta sembra che siano i primi a impedirti di essere te stesso, di pensare con la propria testa e soprattutto di acquisire quelle capacità/comptenze che ti permetterebbero di raggiungere quella fantomatica autonomia di cui tanti hanno affermato, ma di cui pochi hanno realmente operato/agito fino in fondo afinché la persona nel sentirsi pienamente libera e autonoma nella comunità locale secondo quelli che è la propria personalit[, i propr valori e soprattutto qzlla che è la proia indole. Naturalmente nei confronti di queste persone, non si intende fargliene una colpa, ma allo stesso tempo, non possiamo perdonarli. Ci siamo infatti resi conto che facendo così non ci si supporta nel portare avanti scelte libere e consapevoli. Un impedimento che limiterebbe chiunque ma per chi ha una disabilità ha un peso maggiore, soprattutto se per una vita intera non ti è stata data la possibilità di farlo. Ciò non significa mancare di rispetto a chi ci è stato accanto, piuttosto che essere arroganti e prepotenti nei confronti di chi ti ha supportato nel percorso di crescita, bensì ribadira che anche chi non ci vede e non ci sente, può assolutamente errogarsi il diritto di esprimere pienamente ciò che sente, che pensa, senza sentirsi “sbagliato”, “diverso”, quello che è sempre dalla parte del torto. In altre parole, la disabilità, non può e non deve essere il pretesto da utilizzare per impedire a noi stessi e agli altri di farci mostrare per quello che si è realmnte, tenendo conto ai limiti, ma anche e soprattutto alle potenzialità. Ed è in quest’ottica che possiamo affermare che la nostra snoria, al di là dei momenti critici/dificoltosi, si pu0 considerare un’oasi di risorse. Un’osasi di libertà, in cui la consapevolezza che tante, troppe sono le responsabilità. Quelle responsabilità che da un lato ci permette da darmi maggior pssibilità d’azione e dall’altra di rendersi conto, con maggiore consapevolezza, del peso che le nostre azioni hanno sulgli altri. In questi termini la nostra storia, devo dire che sì è stato giusto un attimo, fuggente e struggente allo stesso tempo; ma è stato così bello, così affascinante, così indimenticabile che nessuno se lo può scordare. Ed è stato in giornate come quelle, che ho sentito qualcuno che mi diceva: “Tu vai bene così”, “Tu sei tu e sei bella così “Vali tanto e sei preziosa, perché dati tanto e chiedi tanto al cuore di chi ti sta accanto”. Tutto ciò mi è sembrato strano e affascinante allo stesso tempo, tanto da stupirmene. Stupirmi perché, prima d'allora le occasioni in cui sentivo che qualcuno mi voleva in questo modo sono state poche, anzi poche: così poche che pensavo di non essere degna di amare ed essere amata. Quella è stata una delle prime volte in cui ho trovato qualcuno che è stato capace di vedere nella mia ‘delicatezza' un punto di forza e di debolezza, nel senso che si è resa conto di quanto la mia delicatezza sia un pretesto per far vedere all'altro che sono fatta di tanta forza e anche di molta sofferenza allo stesso tempo. Due face della stessa medaglia: quello forte dettato dalla voglia di lottare e vincere da un lato e quello fragile in cui non manca il dolore e la sofferenza dall'altra. Ed è proprio questa forza, questa capacità di andare oltre al dolore, di farsi attraversare che ha spaventato alcune persone. Per alcune Per alcune vedere entrambi questi aspetti del mio carattere, è stato uno shock, perché facendo così, do la possibilità di far aprire la porta al loro ascolto. In questo modo, metto a disposizione il mio cuore, lo espongo quasi. così facendo c'è il rischio che alcuni lo considerino e lo accolgano, altri invece possono ‘giocarci' con i sentimenti rischiando in questo modo di ferirci ancora di più. Questo per dire che non tutti considerano positiva questa apertura, anche perché, in alcune circostanze, entrare nella vita degli altri non è sempre ben accetto, perché può spaventare chi non è pronto a un confronto di questo genere. Ed à stato questo uno dei motivi per cui la nostra storia, inizialmente, non è durata molto, se non un attimo, il tempo per rendersi conto che era già finita. Finita perché la paur di esporsi, di mettersi in discussione, di aprirsi all'altro e alle proprie sofferenze era tanta, troppa forse. Così tanto che tu decedetti di alontanarmi defintivamente dalla mia vita. all'epoca non capivo, non concepivocosa ci fosse di diverso, di strano in me, nel mio modo di essere, di vivere la vita. in realtà non c'era nulla di strano, semplicemente era un modo diverso, unico di vivere ciò che mi accadeva. Non avrei mai pensato che questo modo di vivere, di essere, a qualcuno spaventava, dava fastidio, ma è accaduto. E credo che saperlo da un lato mi ha aiutato a esserne consapevole, dall'altro, purtroppo, mi ha fatto molto soffrire. Soffire perché pensavo che questo modo di essere fosse sbagliato, inacettabile quasi. In realtà mi sono resa conto, che in un certo senso, mi ha aiutata a vivere, o forse a sopravvivere a tutto il mare di dolore che la quotidianità mi faceva e mi fa sentire, percepire. Naturalmente le cose negli anni sono cambiate, le sofferenze che abbiamo affrontato sono state così tante, che a un certo punto abbiamo deciso di affrontarle insieme decidendo di condividerle all'interno di una relazione sentimentale. Una relazione che ci da molto e che allo stesso tempo ci permette di mettere in discussione quelle che sono le nostre stesse fragilità. Quelle fragilità che ti permettono di scoprire lati del tuo carattere diversi gli uni dagli altri. Ed è proprio in occasioni come questi in cui ti rendi conto di quanto la vita è una continua scommessa in cui non mancano mai le sorprese oltre che le continue offese da sconfiggere giorno dopo giorno. Tra queste ‘offese' ve ne era una in particolare: pensavo che le persone mi avrebbero “accettato” per come sono, quando in realtà ho presto scoperto che fino a quando non riuscirò a capirmi, a non accettarmi, a non volermi bene, nessuno lo potrà fare al posto mio. Allo stesso tempo, ho sempre creduto che anche gli altri avrebbero potuto/dovuto sostenermi in questo percorso, cosa che però non si è verificata. Anzi spesso le persone me lo continuavano a ribadire, senza starmi accanto per aiutarmi a raggiungere quell'equilibrio di cui avevo bisogno per stare meglio, per poter stare bene nonostante le difficoltà che da anni riscontravo. Dificoltà che per anni, per via della vergogna e della paura, ho tenuto nascosto e che senza la tua presenza non avrei potuto affrontare. Tu sì che ci hai creduto, anzi, hai sempre voluto cambiarle le cose, anche quando dentro di me la speranza si affievoliva, moriva. Ed per questo che ti chiedo scusa: scusa per tutta la sofferenza che ti ho recato, scusa per tutte le volte che non ti ho rispettato, non ho rispettato il tuo dolore. Scusa per tutta la pazienza riichiesta per starmi accanto, anche nei momenti di maggiore dificoltà. Scusa se sono stata prepotente, se ho preteso di entrare nella tua vita. scusa perché tante volte non ho rispettato le tue decisioni, tra cui quella di andartene, di lasciarmi stare. Quando in realtà ero convinta e ancora oggi lo sono che tu eri e se la persona giusta, quella che sa e può starmi accanto anche nei momenti di maggiore difficoltà. Scusami per tutte queste ragioni e soprattutto scusa perché mi rendo conto di aver fatto molti errori in questi ultimi anni e questi sono i risultati; ma credo che senza la loro presenza non avrei potuto essere quella che sono ora. E questo non poteva succedere se non ci fosse stato il dolore, la sofferenza, la fatica. Allo stesso tempo, pensavo di riuscirmi a capire con i cambiamenti fatti fino ad ora, ma probabilmente non si smette mai di cambiare e di imparare da noi stessi. Ed è da quegli errori che si cresce, si matura, ci si vede diversi ogni volta che si prova a cambiare, a fare un passo, un piccolissimo passo, per provare a cambiare la nostra vita. Lo e' anche ora, anche ora che ti amo con tutta me stessa, anche quando pensavo che non avrei mai immaginato che una persona sarebbe rimasta accanto a me, per amore. Lo stesso amore che ci ha permesso di provare a cambiare con tutte le nostre forze ciò che ci portiamo dentro. e, qui si', che mi chiedo, quanto possa essere grande un'amore, per riuscire a trasforare quello che si ci porta dentro, quello, che da sempre vuoi sopportare, quello che, in fondo, ti fa estremamente male. Non lo so, non lo capisco. l'unica cosa di cui sono sicuramente certa, è la consapevolezza, che sono qua e sto cercando di vivere: il resto andrà da sé. Io non faccio altro che essere contemporaneamente attrice e spettatrice della mia vita, della nostra vita. Quindi, in alcuni momenti, decido che faremene, in altri, invece, sono le cause che ho posto, a decidere, sugli effetti che si manifesteranno nella mia vita.

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