RIALZARSI!

    Da mesi vivo in questa nuova casa, a Rovereto. Lo scelta io, quindi mi ci trovo abbastanza bene, perché non è né molto grande, né troppo piccola. Tutto sembra scorrere bene, almeno apparentemente. Fra impegni quotidiani, e vita vissuta al massimo, si può dire che tutto scorre. La verità è che per mesi non sono riuscita ad essere me stessa, a scrivere e quindi ad esprimere ciò mi portavo dentro. In un certo senso, è come se improvvisamente fossi precipitata nel caos di una grande città e non sapessi più la direzione verso cui andare. Ciò che mi è chiaro è che quel casino è nato perché ho perso i mei riferimenti: improvvisamente, anche per via del coronavirus, tutte le attività che facevo non potevo più svolgerle. L’arrampicata, per esempio, non la faccio non so da quanto tempo, musica anche. Insomma, tutto ciò che mi faceva stare in piedi, è improvvisamente sparito e, io non ho più trovato la forza, il coraggio per cambiare le cose. Da quel momento mi sono chsa in me stessa sempre di più. La cosa buffa è che non sentivo di stare male: dentro mi sembrava di essere più sicura, meno triste di un tempo. La verità è che quando si perdono i riferimenti, le passioni che ti fanno stare bene anche tutto il resto ti sembra insignificante. Sì, per me era tutto insignificante. E ripeto, non è che mi mancasse qualcosa: avevo tutto! Avevo un ragazzo che mi vuole e mi voleva bene, avevo la casa che desideravo, avevo la mia autonomia e indipendenza sia in termini economici, che in termini pratici. Insomma, rispetto a tempi passati, devo dire che stavo molto bene. Ma probabilmente dentro non stavo così bene, perché forse aver abbandonato l’arrampicata, non per ragioni che dipendono da me, non mi ha aiutata e forse, mi ha ferito più di quanto io creda. Col tempo mi sono detta che andarmene da casa dei miei era la cosa giusta, ma che non l’avrei fatta con i tempi con cui sono stata costretta ad agire. Questo mi fa capire che è fondamentale ascoltarsi, capirsi e fare le scelte che ci sembrano giuste nei tempi stabiliti dal nostro cuore. Agire per salvarsi è necessario a volte, e credo che a casa mia bisognava salvarsi, ma di norma è giusto, necessario, fondamentale rispettare i propri tempi, altrimenti si rischia di farsi molto male. Purtroppo a casa dei mei c’era e c’è un clima che non ti fa stare bene, che ti impedisce, in qualche modo, di essere sé stessi.  Per questa ragioneme ne sono dovuta andare, prima che la situazione diventasse troppo pesante.   Ma allo stesso tempo, Giona aveva bisogno di tempi diversi, di tempi suo per cambiare le cose. Invece è avvenuto tutto di corsa, di fretta, e quindi ho fatto fatica. Fatica a trovare i mei spazi, fatica a non sentirmi sopraffatta dai mille impegni della vita quotidiani. Perciò ho incominciato a sentirmi stanca: di una stanchezza che non conosci fino in fondo, ma che capisci che è prima di tuto interiore. Sì, quella stanchezza la sentivo anche nelle ossa, ma soprattutto nel cuore. Mi sembrava di non riuscire a fare nulla, di non sapere cosa volevo da me stessa e da chi mi stava accanto. Ma ciò che è peggio, è che quando mi si chiedeva come mi sentivo, nemmeno io lo sapevo fin in fondo. E questo mi feriva molto, mi lasciava senza parole. Sì, non c’erano parole per definire il limbo in cui sono finita: un libo che ti prende sempre di più ogni giorno. Più tu non fai, più non riesci a fare qualcosa, nemmeno le cose che ti farebbero stare bene. E quando questo dura per mesi, per anni, è forse opportuno preoccuparsene. Per poterne uscire ho dovuto ricostruire  un setting diverso, o comunque simile a quello che avevo prima di trasferirmi: ho rincominciato a fare sport, frequentando un corso di nuoto, mi sono iscritta a un corso di musica, scegliendo come strumento le percussioni e spero, di poter riprendere presto l’arrampicata. Per quanto riguarda lo studio sto facendo molta fatica. A tal proposito ho proposito ho provato a dare un esame a fine agosto, ma cono scarsi risultat. D’altronde non l’avevo preparato nei temi necessari. Spero quindi di  riuscire a riprendere a studiare con più regolarità, una volta che sono riuscita a fare tutto quello che mi piace e che mi dà le energie necessarie per tutto il resto. Questo non mi è servito questo per rialzarmi, ma mi è servito per acquisire la consapevolezza che così non poteva andare avanti. Mi è servito un concorso letterario per sbloccarmi, per voler provare a mettere in discussione questa situazione. Sì, quel concorso: “riflessi sul lago”, mi ha confuso le idee da un lato, ma dall’altra mi ha fatto scoprire un nuovo lato di me. Mi ha fatto capire che non devo pormi limiti nel conoscermi e, che se voglio, ho molte più risorse di quanto io possa credere. Sì, per anni ho pensato di non riuscire a scrivere racconti, che la scrittura narrativa non fosse il mio forte, ma quel percorso, me l’ha smentito totalmente. Da quel momento mi è venuta voglia di parteciparne ad altri e questo forse è quello che mi sta dando molta forza in questo momento. In definitiva, quello che ho compreso da quest’esperienza è che ho bisogno di dare: di dare tutto ciò che mi porto dentro. Dare non solo a chi mi sta accanto, ma anche a chi non mi conosce e desidera esplorare nuovi orizzonti. Sì, ho bisogno di scrivere, di scrivere e scrivere ciò che mi porto dentro, farlo conoscere ad altri per poter condividere ciò che sono e sono stata.

  e in definitiva, ho capito che non è la casa il mio problema, anzi dove sono mi trovo molto bene, ma ciò che mi porto dentro. Il modo in cui mi sento, l'ho sempre saputo, è quello che cambia le cose, e ne modifica anche il modo in cui le percepisco. Perchè, in fondo, basta poco per poterle cambiare. Mi basta solo fare ciò che mi piace, che mi fa stare bene, che mi rende viva e che, di conseguenza, mi da la forza per afrontare anche i momenti più difficili.  In definitiva, tornando al mio appartamento, ora mi trovo bene. Mi sento a casa e sento di aver fatto un percorso molto più lungo, molto più profondo di quanto possa sembrare. e comunque, la forza di queste righe, ci dice che nonostante tutto, nonostante le difficoltà, nonostante il periodo, si può sempre riuscire a rialzarsi in piedi… Anche quando tutto ti sembra crollarti addosso.sì, a volte ci vuole coraggio, volte ci vogliono momenti specifici, a volte ci vuole momento giusto, la parola giusta, le persone giuste per poter cambiare le cose… A volte semplicemente ci vuole cuore. Ebbene sì, è stato quel cuore a voler cambiare tante cose: a volte le hanno cambire le condizioni in cui spesso mi sono trovata e mi trovo.

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