venerdì 25 marzo 2022

RIALZARSI!

    Da mesi vivo in questa nuova casa, a Rovereto. Lo scelta io, quindi mi ci trovo abbastanza bene, perché non è né molto grande, né troppo piccola. Tutto sembra scorrere bene, almeno apparentemente. Fra impegni quotidiani, e vita vissuta al massimo, si può dire che tutto scorre. La verità è che per mesi non sono riuscita ad essere me stessa, a scrivere e quindi ad esprimere ciò mi portavo dentro. In un certo senso, è come se improvvisamente fossi precipitata nel caos di una grande città e non sapessi più la direzione verso cui andare. Ciò che mi è chiaro è che quel casino è nato perché ho perso i mei riferimenti: improvvisamente, anche per via del coronavirus, tutte le attività che facevo non potevo più svolgerle. L’arrampicata, per esempio, non la faccio non so da quanto tempo, musica anche. Insomma, tutto ciò che mi faceva stare in piedi, è improvvisamente sparito e, io non ho più trovato la forza, il coraggio per cambiare le cose. Da quel momento mi sono chsa in me stessa sempre di più. La cosa buffa è che non sentivo di stare male: dentro mi sembrava di essere più sicura, meno triste di un tempo. La verità è che quando si perdono i riferimenti, le passioni che ti fanno stare bene anche tutto il resto ti sembra insignificante. Sì, per me era tutto insignificante. E ripeto, non è che mi mancasse qualcosa: avevo tutto! Avevo un ragazzo che mi vuole e mi voleva bene, avevo la casa che desideravo, avevo la mia autonomia e indipendenza sia in termini economici, che in termini pratici. Insomma, rispetto a tempi passati, devo dire che stavo molto bene. Ma probabilmente dentro non stavo così bene, perché forse aver abbandonato l’arrampicata, non per ragioni che dipendono da me, non mi ha aiutata e forse, mi ha ferito più di quanto io creda. Col tempo mi sono detta che andarmene da casa dei miei era la cosa giusta, ma che non l’avrei fatta con i tempi con cui sono stata costretta ad agire. Questo mi fa capire che è fondamentale ascoltarsi, capirsi e fare le scelte che ci sembrano giuste nei tempi stabiliti dal nostro cuore. Agire per salvarsi è necessario a volte, e credo che a casa mia bisognava salvarsi, ma di norma è giusto, necessario, fondamentale rispettare i propri tempi, altrimenti si rischia di farsi molto male. Purtroppo a casa dei mei c’era e c’è un clima che non ti fa stare bene, che ti impedisce, in qualche modo, di essere sé stessi.  Per questa ragioneme ne sono dovuta andare, prima che la situazione diventasse troppo pesante.   Ma allo stesso tempo, Giona aveva bisogno di tempi diversi, di tempi suo per cambiare le cose. Invece è avvenuto tutto di corsa, di fretta, e quindi ho fatto fatica. Fatica a trovare i mei spazi, fatica a non sentirmi sopraffatta dai mille impegni della vita quotidiani. Perciò ho incominciato a sentirmi stanca: di una stanchezza che non conosci fino in fondo, ma che capisci che è prima di tuto interiore. Sì, quella stanchezza la sentivo anche nelle ossa, ma soprattutto nel cuore. Mi sembrava di non riuscire a fare nulla, di non sapere cosa volevo da me stessa e da chi mi stava accanto. Ma ciò che è peggio, è che quando mi si chiedeva come mi sentivo, nemmeno io lo sapevo fin in fondo. E questo mi feriva molto, mi lasciava senza parole. Sì, non c’erano parole per definire il limbo in cui sono finita: un libo che ti prende sempre di più ogni giorno. Più tu non fai, più non riesci a fare qualcosa, nemmeno le cose che ti farebbero stare bene. E quando questo dura per mesi, per anni, è forse opportuno preoccuparsene. Per poterne uscire ho dovuto ricostruire  un setting diverso, o comunque simile a quello che avevo prima di trasferirmi: ho rincominciato a fare sport, frequentando un corso di nuoto, mi sono iscritta a un corso di musica, scegliendo come strumento le percussioni e spero, di poter riprendere presto l’arrampicata. Per quanto riguarda lo studio sto facendo molta fatica. A tal proposito ho proposito ho provato a dare un esame a fine agosto, ma cono scarsi risultat. D’altronde non l’avevo preparato nei temi necessari. Spero quindi di  riuscire a riprendere a studiare con più regolarità, una volta che sono riuscita a fare tutto quello che mi piace e che mi dà le energie necessarie per tutto il resto. Questo non mi è servito questo per rialzarmi, ma mi è servito per acquisire la consapevolezza che così non poteva andare avanti. Mi è servito un concorso letterario per sbloccarmi, per voler provare a mettere in discussione questa situazione. Sì, quel concorso: “riflessi sul lago”, mi ha confuso le idee da un lato, ma dall’altra mi ha fatto scoprire un nuovo lato di me. Mi ha fatto capire che non devo pormi limiti nel conoscermi e, che se voglio, ho molte più risorse di quanto io possa credere. Sì, per anni ho pensato di non riuscire a scrivere racconti, che la scrittura narrativa non fosse il mio forte, ma quel percorso, me l’ha smentito totalmente. Da quel momento mi è venuta voglia di parteciparne ad altri e questo forse è quello che mi sta dando molta forza in questo momento. In definitiva, quello che ho compreso da quest’esperienza è che ho bisogno di dare: di dare tutto ciò che mi porto dentro. Dare non solo a chi mi sta accanto, ma anche a chi non mi conosce e desidera esplorare nuovi orizzonti. Sì, ho bisogno di scrivere, di scrivere e scrivere ciò che mi porto dentro, farlo conoscere ad altri per poter condividere ciò che sono e sono stata.

  e in definitiva, ho capito che non è la casa il mio problema, anzi dove sono mi trovo molto bene, ma ciò che mi porto dentro. Il modo in cui mi sento, l'ho sempre saputo, è quello che cambia le cose, e ne modifica anche il modo in cui le percepisco. Perchè, in fondo, basta poco per poterle cambiare. Mi basta solo fare ciò che mi piace, che mi fa stare bene, che mi rende viva e che, di conseguenza, mi da la forza per afrontare anche i momenti più difficili.  In definitiva, tornando al mio appartamento, ora mi trovo bene. Mi sento a casa e sento di aver fatto un percorso molto più lungo, molto più profondo di quanto possa sembrare. e comunque, la forza di queste righe, ci dice che nonostante tutto, nonostante le difficoltà, nonostante il periodo, si può sempre riuscire a rialzarsi in piedi… Anche quando tutto ti sembra crollarti addosso.sì, a volte ci vuole coraggio, volte ci vogliono momenti specifici, a volte ci vuole momento giusto, la parola giusta, le persone giuste per poter cambiare le cose… A volte semplicemente ci vuole cuore. Ebbene sì, è stato quel cuore a voler cambiare tante cose: a volte le hanno cambire le condizioni in cui spesso mi sono trovata e mi trovo.

giovedì 17 marzo 2022

il fiochetto lilla come simbolo di speranza, di coraggio e determinazione!

Tante sono le emozioni che aleggiano nel mio cuore.sono contrastanti, ma sono anche forti. Sentire emozioni, quando tutto dentro a volte ti sembra oscuro, nebbioso, impossibile, ti pare impossibile viverle. Ma ci sono e ci rendono ciò che siamo. E come si contrattano fra di loro: alla fatica, alla sensazione di non farcela, sento anche tanta forza… la forza di chi ha saputo continuare a combattere. La forza di chi ha trovato il coraggio per dar voce a chi non ne aveva. La forza di chi ha saputo starci accanto anche quando sembravamo invisibili.sì, sento emozioni contrastanti in una mattinata così densa, così luminosa. La fatica è tanta, gli sforzi sono infiniti. A volte ci vuole pazienza, a volte non se ne può più. Perché portarsi addosso un fardello come quello delle malattie del comportamento alimentare a volte pesa. Pesa tanto il cuore e se la mente di chi le fa. Pesa tanto sulle vite di chi ci sta accanto. Pesa e a volte ci sembra impossibile liberarsene. Poi ci sono queste mattinate, mattinate in cui provi emozioni. E provare emozioni non è scontato.quando, in realtà, ci sono giorni in cui ti sembra di non sentirle proprio punto in cui sembra di soffocare e basta. E quanti sono quei giorni quanti sono quelle mattinate angoscianti? Quant’è la fatica che tante volte si prova? È una fatica che non si riesce a spiegare a parole… Una fatica che si sente nelle ossa, nelle vene, nel cuore. Una fatica che chi ti sta accanto fatica a capire, vedere. Ebbene sì, la fatica esiste, gli sforzi sono tanti, la strada è ancora lunga: ma noi avremo il coraggio di tirarci fuori. Avremo il coraggio di provare a cambiare le cose perché ne abbiamo il diritto. Abbiamo il diritto di avere, di ricevere, le cure necessarie, quelle migliori per riuscire a vivere al massimo delle nostre possibilità. E con questa consapevolezza, con questa voglia di provarci, con questa forza, voglio provare a cambiare le cose. Non è facile, non lo sarà mai… Perché a volte bisogna cercare un equilibrio.un equilibrio tanto complicato da trovare… L’equilibrio e tante volte si fa fatica A percepire in mezzo al casino della quotidianità. E con questo, con questa consapevolezza, mi auguro, vi auguro, ancora una volta, in ritardo, buon fiocchetto lilla! Un fiocchetto lilla pieno di speranza, pieno di coraggio, pieno di vita.la stessa vita e pertanto, troppo tempo, abbiamo negato a noi stessi ,  e A chi quotidianamente,  ci sta accanto.

mercoledì 16 marzo 2022

L'angosciante stanchezza di combattere!!!

Il tuo messaggio Sono qui su un treno, uno dei tanti che ho preso nella mia vita. Uno di quelli che avrei tranquillamente evitato di prendere. e mentre sono qui, qui seduta, il casino che ho dentro aumenta. un casino fatto di emozioni contrastanti: la voglia di stare con altre persone, di vive al massimo quest'esperienza da un lato; e il desiderio di rifugiarmi nel mio guscio di silenzio dall'altra. in tutto ciò aprendo Facebook mi vedo scorrere i post dedicati alla giornata nazionale del fiocchettò lilla, la giornata dedicata alla sensibilizzazione sui disturbi del comportamento alimentare. e tanti, troppi sono i pensieri che affollano la mente. La soddisfazione per essere riusciti a ottenere molti risultati legislativi e non solo da un lato, si confonde con la frustrazione di sentirti invisibile, di lottare senza doverti far sentire, vedere da chi vorresti che ti ascoltasse. dall'altra, quando certe mattine ti capita di sgarrare, di mangiare diversamente, e la fatica sale, dentro sei stanco. stanco di lottare a volte, di sentirti male, di fare fatica. sei stanco e anche se provi a cambiare le cose, è facile mandare tutto a fan culo. si, quanto vorresti che fosse tutto meno difficile, meno complicato. lo vorresti, a volte, ma sai perfettamente che non possiamo.  e così che cerchiamo di riprenderci di recuperare quelle forze, per continuare. continuare imperterriti verso il desiderio di vivere, di affrontare la nostra esistenza al massimo delle possibilità.  la verità e che spesso il desiderio di morte, di mollare tutto, prende il sopravvento. Ma poi ti riprendi, e ti dai la forza, il coraggio, per andare avanti, per riprovarci, anche se sai perfettamente che non è facile. ma infondo, cosa c'è di facile in questa vita? Pressappoco niente. e con questa consapevolezza, mi sforzo di non farmi schiacciare dalle emozioni, dalla voglia di lasciar perdere tutto. quel desiderio, che quando si è stanchi, prende il sopravvento.
Non ho molte risposte, non ho molte parole: e a volte è come se i pensieri sbattesse sbattessero come conchiglie nel mare della vita che a volte mi frastorna, mi toglie lucidità. Però continuo a spingere, a correre, cerco di stare in piedi e tengo per mano la ragazza che sento mia, cercando di non perdereil suo cuore, cercando di fare attenzione anche nella confusione che dentro e fuori a momenti sembra poter prenperdere ilsopravvento. Ma non ce la farà, perché anche quando mi sento spezzato, come rotto il mille frammenti, anche quando le parole sono solamente pezzi di un puzzle emotivo che sembra non avere più senso sull'asfalto arido di certi giorni, io non smetto di crederci, di andare avanti. Emettendo suoni, scalciando per non arrendermi, per rimanere sveglio. Affrontando la paura. Ci sono su quel treno e che mi piaccia o meno, se sono qui è anche pecche stiamo provando a cambiare le cose, è perché stiamo riuscendo a fare cose incredibilmente grandi. ma a volte, quando si lotta, quando si fa fatica, si ci sente stanchi. e tutto dentro ci sembra impossibile. ma poi basta poco, le parole giuste, le persone che sanno supportarti al momento giusto, per renderti conto che dopo la pioggia, compare l'arcobaleno. l'arcobaleno della vita, fatto da mille sfumature, tutte diverse e dure, ma che allo stesso tempo, ti aiutano a buttare a terra tutte le tue paure.
16 mar 2022, 09:25

mercoledì 9 marzo 2022

L'IMPRESCENDIBILE BISOGNO DI ESSERE RISPETTATI!

ho freddo. Ho freddo e sento il bisogno di rifugiarmi fra le braccia di chi mi vuole bene. Di chi mi ama. Di chi, ha combattuto strenuamente, notte e giorno, per starmi acanto. Sì, sento freddo fuori, quasi come se mi salisse un brivido dalla schiena, ma poi mi rendo conto che attorno ho un’infinità di amore e di calore. E, man mano che provo ad avanzare, quel freddo cambia, si trasforma, in un certo senso, assume una forma diversa. Un po’ come le mie emozioni, che giorno dopo giorno, si trasformano, cambiano, diventano talvolta più intense e talvolta meno intense. E, mentre ti rendi conto che tutto cambia, assumi la consapevolezza dentro di te e ti rendi conto chec’è qualcosa che si annida, che non vuole proprio cambiare. No, non c’è verso, più provo a cambiare le cose, più mi sembra di non farlo. E, quando penso di esserci riuscita, mi rendo conto che non è andata proprio in questo modo. Perché quello che credevo io, non coincide con i numeri: quei numeri che mi hanno rovinato la vita, in fin dei conti, ti danno la direzione, tracciano un percorso che definisce il tuo stato di benessere. E, quando ti rendi conto, che quei numeri non coincidono con quello che pensi di star facendo, ti cade il mondo addosso. Ed è lì, in quell’occasione, che ti rendi conto che non è tutta una tragedia: tu hai fatto il possibile, ci hai provato almeno; ma poi, provarci, non significa riuscirci sempre. Provarci significa fare dei tentativi nel cambiare le cose e, non sempre, questeriusciamo a realizzarle. Provarci, in fin dei conti, significa averci messo tutto l’impegno, ma se non ci riesci, non vuol dire che sei sbagliata, o che sei insignificante per chi ti sta accano. Non riuscirci vuol dire che bisogna cambiare rotta, individuare una strada differente, che possa far stare meglio te e chi ti sta accanto. Ma un conto e dirselo, un conto e provare a mettere in pratica questa teoria.   Metterla in pratica significa provarci, con tutte le forze, anche quando si è stanchi, anche quando ti sembra di non riuscirci, anche quando tutto ti sembra impossibile. In definitiva, provarci significa non smettere di lottare, anche quando ti senti solo, anche quando ti rendi conto che non ti capisce nessuno, anche quando pensi che non vale più la pena di continuare.  Eh, quanto si è stanchi, a volte, si rischia di perdere la pazienza, ma bisogna resistere, bisogna fare in modo che non si molli mai. Ma sai ance tu che non è possibile non mollare, anche perché siamo esseri umani. E, in quanto tali, ci perdiamo, facciamo fatica, spesso molliamo. E quando molliamo, ci viene facile lasciar perdere, mollare tutto, non tornare sui propri passi. E, a volte, facciamo pure fatica a comunicare. A comunicare con chi ci sta accanto. A Volte, ti sembra quasi impossibile, farsi comprendere da chi invece dovrebbe sapere, e quindi, conoscere la propria situazione. No, spesso loro sono i primi a non capire, i primi a ignorare aspetti importanti del proprio carattere, o aspetti importanti, fondamentali, per la tua esistenza. E in tutto ciò, quanto è difficile vivere, perché vivere significa essere vivi, provare a combattere ance quando è difficile, troppo complicato. Ma combattere, spesso, è faticoso, non è scontato. E quando non è scontato, richiede il desiderio di essere ricambiati. Soprattutto quando quello sforzo è molto arduo. Sì, spesso, si vorrebbe avere tutto subito, ma tutto e subito non si può avere, soprattutto quando la fatica è tanta. Ma comunque sia, mentre ci provi, mentre provi a cambiare le cose, hai paura di non riuscire a resistere, di non farcela, o comunque sia, di non esserci riuscito fino in fondo. E spesso è quella paura, quel blocco emotivo, che ci ferma, che ci impedisce di andare “oltre”: oltre le paure, oltre le resistene oltre il desiderio di portare avanti il proprio processo di cambiamento.  del cambiamento. Quel cambiamento che tutti, troppi, hanno voluto, anzi preteso. Un cambiamento che necessitava di un percorso, un percorso in cui il rispetto era la prima parola d’ordine. Quando in verità, nessuno ha voluto, potuto, rispettare le mie esigenze, i miei tempi, la mia capacità di vedere le cose da una prospettiva diversa, comune. In definitiva, comprensibile per chi ti stava e ti sta accanto. Perché se c’è una cosa su cui ho fatto fatica, e ancora oggi pongo resistenza, è la necessità di vedere le cose dalla prospettiva di chi mi voleva e mi vuole aiutare. Per me quella prospettiva era folle, impossibile da  capire e accettare. Perché se per gli altri seguire le indicazioni mediche significava stare bene, quando per me, non aveva senso e significava solo mancarmi di rispetto. Mancarmi di rispetto nei tempi, gli stessi che mi servivano per capire ciò che mi succedeva, e soprattutto, darmi la possibilità di trasformare la mia situazione. E quella mancanza di rispetto, quel non capire i miei bisogni, le mie esigenze, mi ha traumatizzato per sempre. E, certi traumi, come certe cicatrici, non si guariscono facilmente. Spesso ti fanno solo stare male e, cerchi piano piano, di trasformarli per quanto possano continuare a bruciarti dentro. E più ti bruciano, più fai fatica ad accettarli, affrontarli e farli tuoi. E, per quanto, chi ti sta accanto cerchi di capire e aiutarti, tu fai fatica a cambiare le cose. Questo perché i propri temi, non sono mai quelli degli altri. Per questa ragione credo che un’adeguata presa in carico, da parte degli operatori sanitari, sia quella di tenere conto dei bisogni della persona, ascoltando le sue richieste, e soprattutto rispettando le sue scelte nei suoi tempi. Tempi che sono diversi da persona a persona. E, per quanto certe cose, siano semplici, banali, di facile comprensione per tutti, non è detto che per chi si ha accanto, di fronte, sia lo stesso. Per questo nella cura, nel sostegno ai bisogni sociali e sanitari, è fondamentale empatizare con chi si ha di fronte. Perché è facile utilizzare protocolli, modelli comportamentali o medici, ma è difficile personalizzarli sul bisogno di chi ci sta parlando, ascoltando. In definitiva, di chi ci sta mettendo a disposizione il suo tempo, le sue energie e il suo cuore. Per questa ragione Rispettatelo sempre quel cuore, perché nessuno di voi lo conosce fin in fondo. E, proprio perché non lo si conosce, che bisognerebbe rispettarlo, perché nessuno può sapere quanto dolo esiste dietro a quelle parole, dietro a quei sforzi. Sforzi per comunicare ciò che si porta dentro. Per questa ragione, fate sempre attenzione, perché le persone sono preziose, preziose quanto un fiore. E come un fiore va rispettato, perché non lo si può fare per un essere umano. Che come il fiore, combatte, lotta e soffre per non farsi calpestare. Il rispetto delle persone, significa dunque rispettarle nella loro integrità, nei loro desideri, nel loro bisogno di fare o non fare delle scelte. Sì, rispettare qualcuno significa chiedere, capire, e non dare nulla per scontato, ma soprattutto significa accettare le scelte di chi ci sta accanto, anche quando non le capiamo, anche quando ci sembrano assurde. Rispettare in fine significa non imporre nulla. Rispettare dunque che l’altro la pensi diversamente da noi. Rispettare l’altro significa, in definitiva non sopraffare l’altro, anche quando ci verrebbe l’istinto di farlo. Rispettare, significa in definitiva, lasciare l’altro libero di scegliere, di decidere per sé stesso, indipendentemente dalle conseguenze che può riscontrare. Perché solo così, un soggetto può essere veramente libero di portare avanti i cambiamenti che ritine più opportuni, secondo i suoi tempi e le sue esigenze. Per tutte queste ragioni, anche quando è dura, anche quando è doloroso, non impedite alle persone che vi stanno accanto di fare le loro strade, di prendere, in un certo senso, in mano le proprie vite. E vedrete che quel freddo, quella durezza, quella paura del cambiamento, a poco a poco, con pazienza e devozione, prenderanno una forma diversa, le sentiremo quasi impercettibili nella nostra vita.  

    

       

forte come la morte è l'amore: in memoria di uno zio speciale!

sempre durante il mio matrimonio ho scritto questa lettera, dove parlavo con mio zio. Anche questo testo è stato emozionante, vivo di ricord...