Una nuova cultura del rispetto!!

Ci sono cose che ti feriscono, ma non per questo riesci a fermarle, a interromperle. In un certo senso, non riesci a rompere quel meccanismo che certe dinamiche comunicative/relazionali possono

innescare. Dinamiche, che se lasciate stare possono portare, alcune persone più fragili di altre, ad ammalarsi: ammalarsi di patologie, che giorno dopo giorno, divorano l’anima e la mente di chi ne

soffre. IN altre parole, ci si fa male, di un male, da cui uscirne è ancora più difficile. Perché se dai Disturbi Alimentari si può guarire, è pur vero che se ci finiamo, non è facile né

accorgersene, Né riuscire a prendere la coraggiosa scelta di guarire. Per questa ragione, è fondamentale sviluppare una CULTURA

GIUSTA, diversa, nuova, che aiuti chi non gli conosce ad acquisire una nuova consapevolezza. Una consapevolezza che, ci aiuterà col tempo, a sradicare quella cultura nociva che certi retaggi culturali

portano. Perché questo possa accadere, è fondamentale continuare a rendere consapevoli, coloro che non conoscono queste patologie, su quelle che sono le conseguenze che mali come questi possono

lasciare: pesanti strascichi che distruggono le vite di queste persone. È perciò importante, lavorare affinché operatori sanitari e società civile, possano conoscere le Malattie del comportamento

alimentare, perché solo così si potrà sviluppare una cultura nuova rivolta a patologie così pesanti sul corpo e la mente delle persone. Una cultura prima di giudizio e pregiudizio, una cultura

che cerchi di evitare ogni forma di critica sul peso e sul corpo. Non si può continuare a pensare che l’immagine corporea e la valutazione del peso,possano essere parametri con cui

possiamo valutare noi stessi e quello che facciamo: perché noi siamo molto, molto di più di quello che gli altri pensano che noi siamo. E, forse, questa è la consapevolezza più grande: la

consapevolezza che da certe situazioni, siamo solo noi che possiamo capire, siamo solo noi che abbiamo il controllo totale delle nostre vite, liberi conoscitori el nostro cure. Nessuno può avere il diritto di giudicarci per ciò che non conosce di noi.

Ma se riuscissimo a sviluppare una cultura più aperta e meno giudicante sull’importanza di non valutare in maniera semplicistica il proprio corpo e quello altrui, avremmo anche la possibilità di

darci una possibilità: la possibilità che da mali come questi si possa guarire, e non ammalarsi con la stessa frequenza, comportata daunacultura di questo

genere che purtroppo li fa crescere e sviluppare nella nostra società odierna. Naturalmente, non sono solo i retaggi culturali a sviluppare le malattie del comportamento alimentare, ma questo è

uno dei modi per favorirne purtroppo la diffusionee continuare a farli crescere sempre di più, provocando un dolore atroce in chi ne soffre.

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