domenica 24 maggio 2020

Sogno...

   

“Sogno un Servzio Sanitario in cui le persone che soffrono di DCa possano essere indirizzate al meglio. In cui chi soffre ottenga cure idonee al proprio malessere, all’interno di contesti appropriati, in cui essere accolti e aiutati indippendemente dal proprio disturbo.
Sogno servizi in cui le persone, non vengano demandate, come succede nella maggioranza dei casi, a reparti di psichiatria, neuropsichiatria infantile, medicina interna, privi di figure professionali specifiche e impreparati a fornire le cure necessarie.  
Questi sono malesseri che colpiscono più di tre milioni e mezzo di persone, con 8.500 nuovi casi all’anno, ma sono patologie alle quali la sanità pubblica non riesce a trovare una risposta adeguata.
Sogno, invece, una realtà in cui, le cure vengano oferte a tutti, indistintamente, in cui non si deve essere “trop;o malat”” per “poter acedere ai servizi di cura. 
sogno un mondo in cui, non si debba più morire per questi mali, perché, malattie come queste, mancano ancora di trattamenti adeguati. Questo, perché si tratta di malattie che vivono “ancora nel sommerso”, perché, sono pochi coloro che si rendono conto dell’impatto reale di questi disturbi e, sopratutto, quante sono le persone che a cusa loro muoiono ogni giorno. A tal proposito, i decessisi per questi mali, presentano spesso sotto altra specie, per lo più arresti cardiaci o suicidi; ma non è più ammissibile che nel 2020, altre persone muoiano, quando potevano essere salvate. 
Nel caos di servizi incompleti e inadeguati, i pazienti con tali disturbi, che si rivolgono ad una struttura sanitaria, rischiano di ritrovarsi, prima impantanati e poi perduti, in un labirintico sistema di rimandi e trasferimenti. L’accesso a servizi di qualità, rimane una lotteria del codice postale. Ed è il caso, quasi sempre, a decidere sulla qualità delle cure. Ci sono grandi criticità, nel sistema pubblico di trattamento e nell’accesso al percorso di cura. In alcune aree i servizi sono eccellenti, ma in altre c’è poco o nulla e non esiste un’offerta standardizzata in tutto il paese. Un sistema in cui ci sia un numero adeguato di posti letto per i soggetti, in fase acuta sono spesso costrette a spostarsi di regione, per trovare una soluzione, fra una gamma di situazioni, per le quali, non esiste risposta. 

Nessun commento:

Posta un commento

forte come la morte è l'amore: in memoria di uno zio speciale!

sempre durante il mio matrimonio ho scritto questa lettera, dove parlavo con mio zio. Anche questo testo è stato emozionante, vivo di ricord...