Quella corda che profondamente ci lega,
mai e poi mai, ci slega,
ogni tanto c’è frega,
dandoci uno strappo di leva;
ma a noi tanto che c’è frega,
l’importante che l’energia non ci frena.
Quella corda che ci tiene in sospeso,
fortemente, terribilmente, impassibilmente,
ci tiene col fiato sospeso
facendoci avanzare Passo dopo passo,
facendoci superare ogni possibile masso
Con quel indeciso e fugace passo
Capace di portare gli altrui cuori al collasso
Superando, senza alcuna paura, ogni possibile masso
capace, di volerci gettare verso l’abissale collasso.
quella corda che profondamente ci lega,
che mai e poi mai, potere ci frena,
anzi, ci tiene in profonda apnea,
in cui, stare, privo d’aria piena,
su quella parete affranca e stanca,
dove avanziamo d’appoggio in appoggio,
con passo felpato e pauroso,
verso un possibile sentiero scostante e rumoroso.
Su quella parete,
incapace di fermare la nostra mente,
avanziamo di masso in masso,
Con quella concentrazione,
in cui mai, può mancare l’attenzione,
saliamo passo dopo passo,
senza mai, guardarci in basso
avanziamo di presa in presa
diminuendo, ogni nostra
possibile difesa,
presente negli animi nostri,
capaci di tenerci perennemente sospesi
ad una corda tenuta da mani umane,
capaci di mantenere,
le anime serenamente salve,
gettandoci alle spalle ogni possibile paura
presentatosi ad ogni possibile paurosa fessura,
capace di far emergere un’incoraggiante paura:
una paura gestibile,
se immaginata all’impossibile salire
capace di rimembrare ad ogni vivere
anche quando sembra tutto impossibile.
A quella corda profondamente siamo legati,
avanziamo di minuto in minuto,
con talentuosa e misteriosa posa,
senza molare mai la morsa,
la morsa del dolore,
capace d’accompagnarci fin sulla vetta impetuosa
che c’aspetta forgiante e gloriosa,
della nostra complicità infinita
capace di farci ammirevolmente superare
ogni malinteso che, fra noi, si possa incontrare,
nel percorso lungo ed impetuoso
capace di farsi sempre più arduo e tortuoso,
nel rendere l’animo nostro
forzuto e gioioso:
capace di fiducia creare
ovunque noi si voglia andare,
ovunque, noi si decida di volare,
ovunque noi, si decida d’arrampicare.
Su quella corda che profondamente ci lega,
arranchiamo senza alcuna tregua,
nella voglia estrema d’ascoltar la notte fredda,
innalzandoci oltre l’orizzonte
superando ogni qualsiasi vetta
del più maestoso monte
capace di porci di fronte,
l’esteso e rabbioso, arrivarci di fronte,
per poter incominciare, a fortemente lottare
verso nuovi fronti,
verso nuovi orizzonti,
verso altri mondi più alti e profondi,
senza mai pensar di mollare,
senza mai pensar di dimenticare,
le paure superate
che c’han bloccato, il cammino al fronte,
impedendoci di andar oltre,
alle vie immensamente grate,
che sempre più vorrebbero esser ascoltate,
anche se mai, si sentono profondamente amate,
anche se mai, si sentono profondamente rispettate.
a quella corda profondamente siamo legati,
insegnandoci a rispettare,
quel rimembrante corpo nostro,
sempre profondamente orgoglioso,
sempre più contraddittoriamente tortuoso
sempre più vivacemente malizioso.
Quella corda ci tiene a malapena in vita,
per illuderci che mai sarà finita,
anche quando, ci sembra sia veramente finita,
anche quando, sul serio, le forze c’è l’hanno data per
vinta.
Su quella corda siamo profondamente legati,
superando infiniti sospiri infranti,
per arrivare insieme in cima,
rinforzandoci pienamente la stima
superando il mal di vivere
ancora prima di poter sorridere
alla vita impaziente d’arrivare prima.
Quella corda che profondamente ci lega,
mai e poi mai, potere ci frena,
anzi, ci riempe di energia piena,
capace di far circolare, forza vitale, in ogni minuscola vena,
dandoci fiducia reciprocamente
ogni volta che decidiamo fermamente
di toccare la catena infinita
capace di tenerci sospesamente in vita.
Quella corda che profondamente ci unisce,
in infiniti attimi ci sfinisce,
in altri ancora, il limite nostro, si continuamente redefinisce,
perché, l’animo nostro, di stancarsi, mai finisce.
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