martedì 30 marzo 2021
Il peso delle famiglie che hanno al loro interno un caro con un DCA.
Leggo oggi della morte di una ragazza. di una ragazza che ha sofferto e soffre di disturbi alimentari. Leggo di tante morti, ma anche di tanta speranza. Leggo e penso a quanto ancora bisogna fare per far capire che di questi mali si muore. È più nel leggo, più mi stringe il cuore. Mi stringe il cuore perché mi rendo conto, che spesso, difficili, complicate, sono le cure da applicare. Anzi, a volte, si arriva troppo tardi a quest’ultima. È questo che mi fa male. Mi fa male sapere che di questi mali si soffre e se ne sta troppo poco. Questo è uno delle sofferenze che da sempre, mi affligge. E pensare, che ci vuole tanto coraggio e tanta forza per non arrivare a quel punto mi fa ancora più male. Non lo so, lo so cosa pensare a volte, a volte ho l’impressione che bisogna arrivare a quel punto per far manifestare il proprio dolore, per far capire che in questi mondi, chi ci soffre veramente tanto sono le stesse persone affette.nonché le loro famiglie, che giorno dopo giorno, cercano di fare del meglio per salvare i propri figli. È proprio, mentre cercano di fare il salvabile, che si riscontrano con tanti limiti: sanitari, medici, psicologici e sociali. In definitiva, non sono poche le difficoltà in cui si scontrano le persone, le famiglie, i parenti, che vivono A stretto contatto con un Dca. Ma la difficoltà più grande con cui spesso si riscontrano, è quello di trovare le cure adeguate, quelle che potranno salvare la vita dei propri familiari.questa è la sfida più grande con cui giorno dopo giorno si scontrano, si scontrano in un certo senso. E che frustrazione, senti nelle loro parole, nelle loro storie. Una frustrazione, una rabbia, che spesso non riesci a spiegare. Sono tante, troppe le cose da spiegare, da far capire, a chi non vive a stretto contatto con la realtà dei DCA.
No, pochi, anzi quasi nessuno riesce a capirci, a comprenderci: a comprendere ciò chele nostre famiglie attraversano giorno dopo giorno: viaggi della speranza, risposte non chiare, ma sopatutto rifiuti. Spesso vengono rifiutati perchè "non abbastanza malati", anche quando la patologia è avanzata e gravemente visibile. Sì, le nostre famiglie attraversano inferni, che non duranoo per niente poco: a volte prima di avere risposte chiare e specifiche devono attendere anni. Anni di silenzio, di solitudine, di mancanna di risposte. >anni in cui ti vedi morire tuo figlia/o morire sempre di più, ma al contempo non sai cosa fare. E nel fratempo ti senti impotente, incapace e perso nel mezzo delle infinite informazioni scoposte e sparpagliate. No, non c'è chiarezza, ma nemmeno sostegno per molti famigliari e pazienti sia da parte delle istiituzioni sanitarie sia da parte di quelle politiche. No, siamo lasciati a noi stessi, alle nostre faniglie che cercano di fare ciä che possono, ciò che riescono. Rischiando anche di sbagliare in molti casi, perchè nemmeno loro sano cosa fare.
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