IL RITORNO DI UNA "BINGER" IN CAMMINO

Amici, compagni di battaglie, lo so che È tempo che non scrivo su questa pagina, ma dovete perdonarmi, sapete anche voi, la vita si sa, sa trascinarti in vortici che non finiscono mai. Ebbene sì, anch'io ci sono finita in questo vortice: un vortice che mi ha preso, che mi ha divorato e non mi ha più lasciato stare. Nulla di negativo, ma sapete com'è la vita, va avanti senza che noi ce ne accorgiamo fino in fondo. poi sapete anche voi, la vita ti stupisce sempre, costringendoti a fare certe scelte, che avresti voluto fare diversamente. a proposito di scelte che avresti voluto fare con i tuoi tempi, e non di coloro che ti stavano accanto, da aprile scorso ho deciso di dare una svolta alla mia vita uscendo di casa.  E da qoando ho preso quella decisione, che non rimpiango per nessuna ragione, mi sembra di correre, di correre una maratona che non ha fine, ma si sa qkella è la maratona della vita: una maratona che ti spinge ogni giorno a confrontarti con te stesso, anche quando non ne avresti voglia; ma la verità e che te stesso per mesi non lo senti più, o comunque ti sembra di non trovarlo. la verità e che lui c'è: è li nascosto con te e combatte ogni giorno perchè tutto possa funzionare, ma poi arriva un tempo in cui ti rendi conto che non deve funzionare per forza, deve funzionare per te. e E, quando lo scopri, non tutti sono in grado di accettarlo. E forse tu ne sei il primo a non volerci fare i conti con la realtà, con ciò che il quotidiano ti offre. In questi mesi è successo di tutto, ma ciò che è chiaro è che non riusciro a parlare, a raccontare ciò che vivevo e vivo. Forse perchè mi sentivo ingessata in me stessa, forse perchè a Volte servono certe batoste per tornare a "usare la scrittura" come arma per sopprarirere. sì, a volte mi è sembrato di non vivere, ma in verità, non ho smesso di combattere nemmeno per un istante: anche quando mi sembrava di non farcela, ho indossato il sorriso e ho continuato a vivere. Vivere non solo per me stessa, ma anche per chi mi sta accanto ogni gorno, dandomi la forza per andare avanti: il mio ragazzo. Questo mi ha cambiato profonamente, perchè mi ha portata ad uscire di casa, per essere più libera, per poter combattere ancora di più i miei demoni interiori. E, infatti, per molto tempo, fino ad ora, sono rikscita a tenere pit a bada i miei incubi alimentari. e, forse, questa è stata la più grande vittoria che ho ottenuto! Kna vittoria che mi ha fatto capire che spesso il vissuto che mi porto dentro e il modo in coi affronto e vivo le cose, fa la differenza. sì, in qoesti mesi s successo di totto: ho imparato a cucinare, a fare del mio nemico, il mio migliore amico. Cominciare, affacendarmi in cucina, è diventa un altro modo per non pensare troppo, e per non farmi pesare ciò che vilo. Questo mi hatto pensare quanto, a volte, le nostre paure più grandi possano direntare risorse per poterle affrontare al meglio. Naturamente, ciò non significa che ho skperato totalmente il mio problema: ancora oggi ho dei momenti in cUi mangio continuamente determinati cibi in quantità maggiore di qoanto vorrei. A volte, mi capita che se ho in casa dei alimenti che mi sparentano o delo mangiari in fretta, oppkre devo darli al mio ragaozo, perchè averli in dispensa mi mettono ansia. QUesto Vi  fa capire che il rapporto col cibo e col corpo, sickramente è cambiato molto, ma naturalmente non ho ancora superato totalmente. ma forse sono arrivata al punto che posso dare qualche consiglio ai genitori su come affrontare il Binge con i propri figli. Naturalmente questI consigli sono basati solo sulla mia esperienza personale, ma magari può aiutare anche altri a non soffrir. 

 i consigli di una "binger" in cammino:
. Insitere non funziona con tutti: se a una persona che è consapevole dei suoi limiti le ribadisci che deve o non deve fare determinate cose, potresti ottenere l'effetto contrario.  Quindi se puoi, cerca di starle accanto, di capirla ma non insistere su qkestioni che avete gir affrontato. forse ascoltandola avrai più possibilità di poter dialogare con maggiore serenità. il tempo vi permeterà di affrontare anche temi spinosi come quelli legati al disturbo alimentare;
. Togliere/impedire qualcosa non aiuta nessuno dei dke: ne te che cerchi di aiutare, ne la persona che, più si sente limitata, più tende a cercare "ciò che le fa male" per farsi ancora più male cmn quegli stessi alimenti. Questo ti fa capire quanto si possa "alimentare" una malattia soltando limitando/impedendo di mangiare/o non magiare qualcosa.
. Parlare del cibo: porre attenzione sul problema, alimenterà  lo stesso problema. si consiglia qoindi di non porre l'attenzione al cibo e al corpo, ma piottosto  affrontare altri argomenti connessi alla relazione. Per resempio guadandosi negli occhi, provando a dialogare, forse c'è qualche spiraglio in più di capire la persona che si ha difronte.
. Giudicare la persona sulla base del suo comportamento alimentare: bisogna imparare che la persona non va giudicata. e, qoando volete dirle che qualcosa non va, non dovete mai associarla a un sko comportamento, altrimenti la persona impara a capire che un determinato gikdioio, non è solo  rivolto a uno specifico comportamento, bensì al suo modo di essere. Bisogna dunque fare attenzione a ribadire che tale critica è  un azione e che in quanto tale la si critica per quella che realmente è, senza perciò dare un giudizio sulla persona. In definitiva, è fondamentale distingkere che ciò che si fa, non va per foroa a bracetto con quello che si è. Anche perchè quello che siamo, è un infinitq di cose che ci rendono unici, spcciali, rari. per qoesta ragione è importante, anzi fondamentale rispetare la persona per quella che è reramente, con i sooi pregi e i sooi difetti. in definitiva per quello chesi porta dentro e per cui ha combatutto giorno dopo giorno, perchè infondo quel che conta e quello che si porta ner CUORE. 

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