una battaglia collettiva!

 Certe notti sono difficili da digerire, non riesci proprio a prender sonno anche se sei sveglio da più di 24 ore e hai dormito si e no 4 ore in totale.

Sì e mentre sono qui a Palermo, in Sicilia z, sono qui che penso agli ultimi giorni al casino delle barre braille, alle giornate passate ad aspettare non si sa poi che cosa. Non so nemmeno io: l'unica cosa che so è che volevo che andasse tutto alla perfezione. Casa pulita, senza una briciola, le persone che non criticano, la gente che ti aiuta.. insomma sono quelle giornate in cui la pazienza è finita e se te ne chiedono un briciolo in più sei già stufo e non hai voglia di niente. Questi spesso sono i periodi che vivo quando non ho qualcosa che mi sfinisca.

Fortunatamente delle note positive ci sono: sono qui dopo 10 anni che volevo venirci e questo perché ho accanto una persona Splendida che mi permette di fare quello che sento sempre, anche quando tutti direbbero che non è la cosa giusta. Sì, grazie ad Enrico, riesco a fare quello che mi sento, senza sentirmi giudicata. Questo non solo perché è il mio ragazzo, ma proprio perché è lui fatto così. Un'altra nota positiva è che grazie alla Lega del Filo d'oro ho trovato una guida per poter riprendere a fare sport: non uno sport qualunque ma la mia amata arrampicata.

Sì sono almeno 3 anni che non scalo, mala mia passione non è mai mancata. Continuo a desiderare di scalare, di farlo da diverso tempo. questa sì che è stata una notizia straordinaria!!!

Ebbene sì, mentre sono qui sul letto a piangere, penso a tutte le cose che vorrei digli, a tutto quello che per me significa questo sport. Non è solo uno sport per stare bene, per me l’arrampicata una terapia: al pari della psicoterapia, dei farmaci che mi prescrive il diabetologo... sì, per ce è un po' come se mi ridessero l'aria da respirare. E questa non è retorica: è quello che sento veramente.

E mentre sono qui vorrei dire tante cose: vorrei dire che spesso quella battaglia non è fra me e lui, nonché meno fra me e la parete. No, quella battaglia è solo e soltanto fra ME E ME STESSA, contro solo con mio corpo che mi ha massacrato e l'ho massacrato per anni. E che io vorrei fargli una proposta: una di quelle dure, ma che se vinta ne sarà valsa la pena veramente!

La proposta che vorrei fagli è di combattere assieme a me, in qualsiasi modo, pur di vincerla quella battaglia:una battaglia fatta non tanto del sudore e della fatica degli allenamenti, ma piuttosto del sangue che esce dal mio cuore per provare a cambiare le cose. Sì, quando sono li, li appesa fra le corde a combattere con le prese è solo un modo diverso di massacrare il mio corpo e cuore: scaricandolo dal entro di me a fuori, sulla parete, fra le prese. Sì, la mia sfida sarebbe fagli leggere il mio manuale, il famoso libro che vi inviai tanto tempo fa "Una Battaglia con(tra) me stessa", che forse in maniera embrionale inviai in questa chat. Sì, vorrei digli che il mio sogno è il para climb ing, ma non è questo l'importante: quello che è importante, quello che sarebbe meraviglioso, è trasformare quella battaglia dentro di me, in una battaglia collettiva, in cui la vittoria non vedere essere solo mia. Io ne sarò il soggetto coinvolto direttamente, ma se avremmo il coraggio di provarci, ne avremmo guadagnato tutti. Se invece decidiamo di lasciar perdere, di mollare, di non provarci, sarà solo una perdita per tutti. Prima di tutto per me stessa.

Ecco, queste sono le cose che sento stasera, mentre sono qui in questa città che sa trasmetterti paura e liberà insieme.

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