venerdì 29 maggio 2020

Meraviglia

Ci sono momenti della vita dolorosi, talmente dolorosi, che fai fatica a credere che le cose possano cambiare; ma quando perdi totalmente i tuoi riferimenti, è li che ti rendi conto veramente di chi sei e di cosa vuoi dalla stessa vita. Eh, l'unica cosa che rimpiango, è di non essermene accorta prima; perciò dico che Se in 20 anni di vita, mi fossi accorta della meraviglia che c'è in me, probbabilmente non mi sarei fatta cosi tanto male, ma non importa, ora me ne sono accorta e, nonostante il dolore, ho imparato a vedere quanto è bello sorridere in mezzo alle difficoltà.

giovedì 28 maggio 2020

Ma davvero si possono laureare?

Ma davvero si possono laureare?

28 Maggio '19
 
Francesca, Samantha, Francesco e Giona hanno molto da insegnarci. Non c’è disabilità che tenga, chiunque può realizzare il proprio sogno.

Niente scuse, nessun privilegio. Per finire gli studi ci vogliono studio, impegno, dedizione, concentrazione, ma alla fine ce l’hanno fatta.


Una soddisfazione doppia per chi sfida i pregiudizi di chi pensava che una persona sordocieca non potesse studiare e perfino prendere una laurea. E invece Francesco, Samantha, Francesca – e fra poco Giona -  dimostrano a tutti che non c’è disabilità che tenga e che chiunque può realizzare il proprio sogno. 

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La difficoltà qual è


Quanto è difficile rimanere fermi, fermi sul proprio dolore, sulla propria sofferenza. Rimanere focalizzati lì, sul proprio dolore non è facile. Evitare di scacciare via ciò che ci fa stare male è veramente complicato, è ancora più complesso comprendere e accettare ciò, se quella sofferenza è stata “creata” da noi stessi e dalla nostra condizione attraverso atteggiamenti/comportamenti che possono essere controproducenti per noi e per gli altri.
Si tratta di sofferenze che nascono da, un'inconsapevolezza dei propri stati emotivi, i quali si presentano prima dell'atteggiamento vero e proprio. Nel mio caso, si tratta di quegli stati emotivi che si presentano prima di una crisi di fame, capaci di farmi star male, anzi, abili a gettarmi negli abissi più profondi. Un dolore derivato dal peso che, i sensi di colpa, la paura, la vergogna e il senso di inadeguatezza influiscono su noi stessi. Tutte queste emozioni, nonostante pesino, si presentano ogni volta che “si vive qualcosa di negativo” o comunque di “frustrante. Inoltre, tali comportamenti si presentano quando si presentano continuamente quei comportamenti autolesionistici, come quello del mangiare compulsivo, aventi effetti devastante sulla vita psichica della persona. Ciò che si vive è veramente faticoso, ma piuttosto che affrontare la frustrazione, nel caso mio dell'incomunicabilità  con le persone che mi vogliono bene, si preferisce mantenere quel comportamento senza provare ad abbandonarlo. Questo porta a percepire in maniera continua quel senso di affaticamento che si presenta a seguito di una crisi di fame.
Lo so, è un paradosso, ma come è risaputo, spesso ci risulta talmente complesso gettare a terra quei muri creati dalle nostre stesse abitudini. Ciò risulta complesso, ancora più se dietro a quel comportamento abitudinario, non si è acquisito un grado elevato di consapevolezza dei  propri stati emotivi. Lo so, spesso la consapevolezza può uccidere, perché nonostante comprendiamo quello che accade, non riusciamo a dare una spiegazione logica ai nostri comportamenti. allo stesso tempo, ci aiuta a “guardare” con altri occhi, cio’ che ci accde.
percio’ una consapevolezza cosi’ ellevata, porta a sentirci incompresi e, quindi, non riusciamo a comprendere nemmeno le ragioni del nostro agire. Tutto ciò ci fa preoccupare perché ci porta a voler mantenere ancora più controllo su noi stessi e sulle nostre abitudini pericolosamente dannose. La consapevolezza, però, permette anche di incominciare un percorso di crescita e cambiamento, che sicuramente non è facile, ma che certamente permette di trasformare totalmente la propria vita. perciò, se vogliamo che questa trasformazione avvenga, è necessario un lasso di tempo lungo, in cui attendere con estrema pazienza al fine che i cambiamenti interiori si verifichino. Sarà proprio quel tempo necessario che permetterà l'inizio di profondo processo di cambiamento. Sarà quindi, grazie a quel dolore, difficile da accettare, che le cose potranno cambiare. Questo perché, sono qui momenti di stallo, di profonda difficoltà, in cui lanceresti tutto all'aria, in cui si recuperano le energie necessarie per affrontare tutto ciò che permette di modificare ciò che ci fa stare male. Non si può dire che sia facile, anzi, tante volte, sembra impossibile, perche’ saper vivere quei momenti richiede tanta motivazione e lucidita’ mentale. Essere lucidi in quelle situazioni, infati, richiede molta forza d'animo, molta energia da investire verso quel momento di difficoltà/problema. Insomma, decidere di “guardare diversamente” le nostre crisi, in partcolare quelle legate al cibo, non è facile. Perché se per abitudine, dopo una crisi, si presenta il senso di colpa, difficilmente si avrà la fermezza di vivere con positività qui momenti. Già anche da dire, che quei momenti avvengono quando sei stanco e hai una percezione di te stesso e della vita distorto. Pensi infatti che quello che fai è inutile, che tutto ciò che fai per gli altri non ha senso e soprattutto che gli altri fanno è sicuramente migliore di ciò che effettivamente tu riesci a effettuare. Lo so, sono tutti pensieri disfunzionali, ma esistono e rifiutarsi di vederli è solo un male. Forse, però, nel nostro caso, trascurare ciò che viviamo, sofocandolo nel cibo, è comunque un comportamento non positivo per noi stessi, che ne soffriamo e per gli altri che non riescono a capirci.

domenica 24 maggio 2020

IL NOSTRO RISVEGLIOI

e’ già sera e tutto ci appare infinitamente spento. Le anime vano in pace a riposare, i cuori si uniscono e, il silenzio della notse, si fa pericolosamente pesante. Talmente pesante, da far riemergere le nostre paure, i nostri timori, le nostre debolezze. Tutte componenti dell’animo umano. Comqnenticapaci di donare un’infinità di cose: gioia e sofferenza; sorrisi e lacrime; speranze e illusioni; vita e morte allo stesso tempo. In altre parole, è un’infinità di sfaccettature, tutte da scoprire per poter superare gioiosamente le nostre innumerevoli paure.
Il silenzio si accentua, le luci, si spengono e, nel pieno della notte, i pensieri si animano, prenono forma e iniziano a vivere nella nostra misera mente. e mentre tutto ciò si verifica, Incominciamo a pensare a noi stessi, osservandone, passo dopo passo, i minuscoli scalini, fino ad’ora percorsi. Scalini che ci permettono di essere le persone che siamo diventate, grazie anche alla presenza degli altri. Sono tutti passi da gigante, se ci pensiamo bene, 
Un tempo erano infiniti gli sforzi per rimanere, per stare a vedere, per camminare ad ogni istante con coraggio, forza e determinazione. In altre parole per camminare sicuri, a testa alta verso la realizzazione dei nostri sogni. E mentre tutte queste disquisizioni, affiorano la nostra mente, pensiamo a tutti questi anni. Anni in cui la malattia, in una stretta morsa, si è presa la vita, se né totalmente impossessata, dominando ogni sfera, attraverso una sua logica, inevitablmnte unica e rara. Coltrascorrere del temp, impari a osservare a realtà  attraverso occhiali spessi e pesanti. Gli occhiali della negatività, del pessimismo, dell’irinunciante bisogno di soppravivere. Mentre Lei condizionava, divorava, impediva di divenire le persone che volevamo essere. In altre parole impediva di vivere. Vivere per noi stesse e per chi ci voleva bene. Vivere per rendere migliore noi, potendo amare ogni istante che ci potesse capitare. Ma, con gli anni si ci rendeva conto che le cose non andavano così: nel buio della notte i pensieri ti assalivano alla mente e ti costringevano a ricordarti come la tua stessa esistenza tiscorreva in un soffio, senza darti il tempo di gurdarla con il sorriso stampato in viso. 
Ti sguggiva tutto, un po’ come le parole che scorrono senza sosta sullo schermo: compaiono e spariscono in un attimo. Lo stesso attimo fuggente con cui la vita ci scorre sotto gli occhi. La stessa velocità con cui il tempo corre. Lo stesso con cui decidi di far passare i giorni. La stessa rapidità con cui decidiamo di sottovalutare le innumerevoli sfumature della nostra esistenza. Lo stesso con cui decidiamo di rifiutare di vivere, perché infondo, lasciare che tutto scorra, con fare indifferente, è tipico di questi disturai. Capaci di divorarti l’animo, colmo dei più nolstagici sogni. Ebbene sì, emergono incssantemente i Ricordi, quelli del passato, quelli presenti, quelli dettati, anche dall’infernale morsa della malattia stessa. Allo stesso tempo, emergono anche le cose belle fin qui realizzate. Fra queste vi sono anche alcune persone incontrate lungo il nostro cammino. Tutte anime incredibilmente preziose, importanti, uniche, capaci di insegnarci un’infinità di cose fondamentali per la nostra crescita. Tutte creature, capaci di suscitare in ricordi che s’intrecciano gli uni con gli altri. sì persone che ci hanno anche ferito molto, per trasmetterci, non solo amore, ma anche valori fondamentali per la crescita di ciascun essere umano, come per esempio il rispetto reciproco per gli altri. Il rispetto per la loro vita e soprattutto, per le loro idee.
Più i ricordi affiorano, più l’animo si affola di pensieri pesanti e stancanti. Talmente stancanti da rendermi, sempre pi] stanca, anche quando in realtà, avvresti tutte le energie fisiche per ricominciare a lottare, ma si sà, la stanchezza resta, quando si combatte da solitari, senza qualcuno che t’assista, nei frangenti più ardui. Per questo motivo, a volte ci servono dei alleati. Alleati che il disturbo non trova, facendo sentire l’animo nostro, ancora più solo. Ed nel mezzo della solitudine che s’addormenta, rendendo l’anima sua sempre più spenta. 
La not”te scorre in fretta, il mattino è all’orrizuonte, l’animo nostro si riassesta e decide di ricominciare: ricominciare a lottare, ad esplorare, ci0 che di meraviglioso, dentro di sé vi alberga. Per questo motivo ogni mattina, si alza in piedi e cammina. Cammina alla ricerca di risposte che possono far risplendere la nostra vita, mile e più vole.
            

Sogno...

   

“Sogno un Servzio Sanitario in cui le persone che soffrono di DCa possano essere indirizzate al meglio. In cui chi soffre ottenga cure idonee al proprio malessere, all’interno di contesti appropriati, in cui essere accolti e aiutati indippendemente dal proprio disturbo.
Sogno servizi in cui le persone, non vengano demandate, come succede nella maggioranza dei casi, a reparti di psichiatria, neuropsichiatria infantile, medicina interna, privi di figure professionali specifiche e impreparati a fornire le cure necessarie.  
Questi sono malesseri che colpiscono più di tre milioni e mezzo di persone, con 8.500 nuovi casi all’anno, ma sono patologie alle quali la sanità pubblica non riesce a trovare una risposta adeguata.
Sogno, invece, una realtà in cui, le cure vengano oferte a tutti, indistintamente, in cui non si deve essere “trop;o malat”” per “poter acedere ai servizi di cura. 
sogno un mondo in cui, non si debba più morire per questi mali, perché, malattie come queste, mancano ancora di trattamenti adeguati. Questo, perché si tratta di malattie che vivono “ancora nel sommerso”, perché, sono pochi coloro che si rendono conto dell’impatto reale di questi disturbi e, sopratutto, quante sono le persone che a cusa loro muoiono ogni giorno. A tal proposito, i decessisi per questi mali, presentano spesso sotto altra specie, per lo più arresti cardiaci o suicidi; ma non è più ammissibile che nel 2020, altre persone muoiano, quando potevano essere salvate. 
Nel caos di servizi incompleti e inadeguati, i pazienti con tali disturbi, che si rivolgono ad una struttura sanitaria, rischiano di ritrovarsi, prima impantanati e poi perduti, in un labirintico sistema di rimandi e trasferimenti. L’accesso a servizi di qualità, rimane una lotteria del codice postale. Ed è il caso, quasi sempre, a decidere sulla qualità delle cure. Ci sono grandi criticità, nel sistema pubblico di trattamento e nell’accesso al percorso di cura. In alcune aree i servizi sono eccellenti, ma in altre c’è poco o nulla e non esiste un’offerta standardizzata in tutto il paese. Un sistema in cui ci sia un numero adeguato di posti letto per i soggetti, in fase acuta sono spesso costrette a spostarsi di regione, per trovare una soluzione, fra una gamma di situazioni, per le quali, non esiste risposta. 

sabato 23 maggio 2020

O MIA DOLCE CREATURA (QUESTA LO’HO DEDICATA ALLA MIA PORTA)



O mia dolce creatura,
che sei munita di una gran impugnatura,
che fai molta paura,
mi proteggi dalle brutte giornate
che sono state infrante,
giornate passate,
giornate ingannate,
giornate che eran da me amate.
Tu mi nascondi dal mondo,
facendomi cercare il mio profondo
mondo,
il mio profondo cuore,
che è in cerca di un nuovo amore.
O mia dolce creatura
tu controlli ogni passo,
che ti passa accanto.
O mia dolce creatura
mi metti sempre in discussone
ogni opinione,
cercandomi di non mettermi nelle rogne.
Mi metti in discussione
ogni occasione
che cerco con il mondo
che mi gira attorno.
O mia dolce creatura
che sei molto dura,
mi nascondi i volti
dei cuori morti,
di quei cuori incompresi,
che sono stati resi
duri,
come i muri.
Tu dolce creatura
mi proteggi
mi reggi,
ogni  qualvolta
in cui si accende la rivolta,
dove vincono la lotta,
buttandomi negli inferi…….
Tu mi blocchi le discussioni,
anche se poi le rendi enormi.
O dolce creatura
che sei così dura,
cerchi di tenere ferme
in tutte le maniere,
la mia anima infranta
che è sempre più stanca.
O mia dolce creatura
non riesci a chiudermi
in questo mondo meraviglioso,
che cerca in profondo,
tutti i migliori fulmini
che si scagliano contro i ruderi
della coscienza
stanca che è sempre in assenza
di comprensione,
di amore.
Però tu dolce creatura
non riesci a proteggermi da ogni muratura,
spesso arrivano nemici
che tu non sconfiggi
e lì mi tocca uscire
per poter punire
chiunque mi impedisce di vivere
in questo scrigno segreto
che tu tieni protetto.
O mia dolce creatura
tu mi lasci vivere con te senza paura,
tu sei sempre più dura
per cercare di fare paura
a chi cerca di vincere con forzatura
la tua potente muratura.
 

giovedì 21 maggio 2020

IL CODICE DEL CUORE


Vita


Guardalo quel sorriso, perchè saprai che dietro a quest'ultimo si cielano mille lacrime di dolore.

Lacrime che rendono comunque "bella", la persona che sono, perchè nonostante la fatica, fanno vedere quella parte più intima del mio essere. Sono belle quelle lacrime, perchè mi permettono di parlare. Parlare in modi diversi, ma comunque parlare. Eh, proprio mentre verso quelle lacrime che mi rendo conto di quanto la mia vita sia un insieme di oscurità e illuminazione, cosi forte che non si ci può immaginari. Un dualismo alquanto perfetto nella sua imperfezione.

Guardalo quel dolore, perchè se saprai conviverci quotidianamente, non solo ti insegnerà un casino di cose, ma ti permetterà di essere una persona migliore. Un po' diversa forse. >talmente diversa da rendertene conto solo nel momento in cui mi avvrai perso veramente.

Guardagli quegli occhi, che non aspettano altro di essere ammirati, perchè sanno quanto poterli guardare possano regalare una miriade di emozioni. Emozioni che, appunto, con le sole parole non si possono esprimere. Perciò è fondamentale "ascoltarmi" con tutti i sensi: con le orecchie, con le mani regalandomi abbracci intrisi di un'infinità di significati, ma sopratutto dagli occhi, con i quali se lo si vuole si può scrutare anche il mio cuore.

Eh, guarda quel cuore. Guarda quanto è forte e fragile allo stesso tempo. Guarda quanto pesa: l'insieme delle sofferenze passate, l'insieme delle miriadi di cose non dette, tutti i silenzi intrisi di pesanti parole. Insomma, tutto ciò che mi caratterizza in quanto persona si pesante, pallosa, ma anche ricca di un'infinità di parole non dette, silenzi sospesi e un'infinità d'amore. Quell'amore che cerco dagli mondo che mi circonda, senza rendermi conto che l'unica che se lo può dare veramente sono io stessa. Però, fino a quando non avvrò imparato a volermi bene, riempendo quel vuoto d'amore, con il voler stare veramente bene non potrò sentirmi veramente in pace con me stessa.

martedì 19 maggio 2020

Gratitudine

Ci sono momenti, in cui, tutto ti appare difficile, impossibile da affrontare o realizzare. Ma quando ti rendi conto che, nella tua vita e nel tuo cuore, ci sono persone a cui tieni molto, capisci che, anche in quei momenti, così difficili e complicati, in cui ti sembra di non riuscire a fare quello che vorresti, loro continuano a rimanerti accanto per capirti, sostenerti e ascoltarti nei momenti più complicati e difficili, senza mai smettere di credere nelle tue capacità.

Loro sì che sanno rimanere lì, silenziosamente, aspettando che sia la volta buona per incoraggiarti ad andare oltre i tuoi limiti, le tue paure e le tue difficoltà. In tutto ciò, l’arrampicata è stata e, continua ad essere, uno dei luoghi in cui ho trovato quella fiducia, quell’amore e, quella voglia di vivere. Una voglia di vivere così forte, intensa, viva di un’energia capace di farmi andare oltre alla paura di non farcela, al timore di rimanere sola e al terrore di “non sapere più dove andare”. 

In altre parole, grazie a lei e alle persone che me la fanno amare, è diventata mia amica, mia alleata, pronta a sostenermi nei momenti di estrema difficoltà, ad esserci per dirmi che vale la pena, ancora una volta, dire di sì a questa vita, potendone gustare, istante dopo istante, quel suo dolce e amaro sapore che, solo lei, sa donarti attraverso un’infinità di modi per conoscere te stesso e il mondo che ti sta attorno. Ed è proprio grazie a lei e, a quelle persone che sono infinitamente felice di essere qui; di essere qui a combattere, lottare, cadere e rialzarmi, perché so che anche se dovessero andare male le cose, loro sono lì ad attendere il momento in cui troverò il coraggio di rialzarmi e, spiccare il volo verso quella cima. 

Quella cima tanto desiderata, a volte dimenticata dalla voglia di farne un’altra ancora prima di concludere quella precedente. Un desiderio di scoprire questo mondo infinito che mai e poi mai, l’animo mio, ne sarà sfinito, anche quando è desideroso di esplorare tutto ciò che mi permette, di dentro, cambiare. Quella voglia di cambiamento, così desiderato in qualche momento, si trasforma in qualcosa di infinitamente grande, talmente grande da incoraggiarmi a guardare lontano, oltre l’orizzonte, oltre quel cielo lucente al suo tramonto, capace di farci credere ancora delle nostre infinite risorse, che ci permettono di determinare di poterci credere ancora nella possibilità di potercela fare, perché se ci crediamo tutti veramente, nulla e, niente potrà essere impossibile alla nostra mente.,

forte come la morte è l'amore: in memoria di uno zio speciale!

sempre durante il mio matrimonio ho scritto questa lettera, dove parlavo con mio zio. Anche questo testo è stato emozionante, vivo di ricord...